Questa mattina il nucleo milanese della Guardia di Finanza ha sequestrato l’azienda agricola di Cassina de’ Pecchi specializzata nella produzione di confetture. Al suo interno decine e decine di lavoratori stranieri trattati come schiavi.
Condizioni disumane. Giorni di prova mai pagati. Licenziamenti e allontanamenti a discrezione. Turni di lavoro estenuanti. “Guardie” a vigilare, a controllare che nessuno lavorasse neanche un secondo di meno. A questo trattamento da schiavi si aggiungono anche le precari condizioni igienico-sanitarie a cui erano sottoposti i lavoratori: non erano dotati di dispositivi di protezione e all’interno dell’azienda non erano presenti bagni, docce e spogliatoi. L’unico servizio igienico era rappresentato dall’unico bagno chimico all’esterno, il quale veniva utilizzato da 100 persone.
Le condizioni di lavoro erano invece da caporalato. Da quanto appreso dai finanzieri, i braccianti lavoravano nei campi almeno nove ore al giorno ed erano retribuiti 4,50 euro l’ora. «Alla ingiusta retribuzione – si legge nella nota della Gdf – si aggiungevano degradanti condizioni d’impiego nei campi. I lavoratori, infatti, soggetti alla continua vigilanza dei responsabili, erano costretti a sforzi fisici oltremodo gravosi, tesi a velocizzare la raccolta dei frutti e in spregio alle norme anti Covid 19 sul distanziamento sociale».
Oltre a constatare lo sfruttamento dei lavoratori, la Gdf ha sequestrato anche 27.000 barattoli di marmellata: erano conservati all’aperto senza il rispetto degli standard igienici e pronti essere venduti alla grande distribuzione.