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20. 04. 2024 12:00

Gerry Scotti dimesso dall’ospedale: «Vedevo 24 persone intubate, scene da film di fantascienza»

Il celebre conduttore è stato dimesso: il racconto della convalescenza

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Gerry Scotti è stato dimesso dall’ospedale dopo aver passato una decina di giorni attaccato ai macchinari per la respirazione assistita. «Quando mi hanno detto che mi ricoveravano sono diventato verde, ho sudato freddo. Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza», ha dichiarato il celebre conduttore in un’intervista al Corriere.

La degenza.  Tutto è iniziato con qualche banale sintomo influenzale. «Avevo 36 e 2 e pensavo di star bene – ha raccontato Scotti -. Invece positivo. Quando ho sentito quella parola mi è sembrato improvvisamente di essere al di là del Muro di Berlino, non so come altro spiegarlo. In un attimo ho rivissuto i sei mesi di paura, terrore, precauzione, speranza che stiamo vivendo tutti. Perché proprio a me? Sentivo di non sapere nemmeno da dove cominciare a capire da dove fosse partito tutto».

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La parte più dura della convalescenza è stato il ricovero vicino ai malati della terapia intensiva. «I medici mi dicevano di non spaventarmi: non la mettiamo in terapia intensiva ma in una stanza a fianco perché abbiamo bisogno di attaccare al suo corpo una serie di strumenti per monitorarla, per sapere se la sua macchina, il suo corpo, ha bisogno di cure particolari. Ero in una stanzina, di là c’era la sliding door della vita di tantissime persone. Con due altri pazienti ci strizzavamo l’occhio, dai che ce la fai. Ho appurato — stando lì, due notti e un giorno — che quella era l’ultima porta. Se decidevano di aprire quel varco… Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza. Pregavo per loro invece che pregare per me».

Ringraziamenti. Il conduttore ha voluto ringraziare infine i medici del Covid Center dell’Humanitas. «Sono stati eccezionali – ha aggiunto Scotti -. In quelle notti insonni vedevo un formicaio di ragazzi e ragazze, tutti sotto i 30 anni, non ce ne era uno fermo per più di 10 secondi. Un preghiera mi hanno fatto quando sono uscito: dica che non siamo eroi, dica che siamo ragazzi e ragazzi che cercano d fare al meglio il proprio lavoro. È facile cavalcare gli errori e le polemiche, ma gli errori e le polemiche non sono di quelli che sono in prima fila, in trincea. Gli sbagli sono più indietro, nei quartier generali, appartengono alla politica. Non certo a loro».

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