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24. 04. 2024 15:34

Milano, capotreno aggredito sul treno: «Rischiamo ogni giorno»

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In tempi di Covid uno dei lavori che non si è mai fermato è certamente quello del capotreno. Nonostante ciò, gli addetti delle compagnie di viaggio sentono sempre più la pressione e la paura nel dover far rispettare le regole anti-Covid ai passeggeri. È quanto denuncia Marco Crudo, 37enne capotreno, aggredito durante il servizio su un treno regionale.

La denuncia. «In sedici anni di onorato servizio sui treni – scrive Crudo sul proprio profilo Facebook – non ho mai avuto un’esperienza più frustrante e spaventosa (neanche dopo aver elevato multe da centinaia di euro). Doveva arrivare una pandemia a portare con sé questa follia generalizzata. Una follia che mi costringe tutti i giorni a fare le vasche su e giù per i corridoi del treno per ricordare a decine e decine di persone di indossare correttamente la mascherina».

Durante un normale servizio su un regionale, Marco ha chiesto gentilmente ad un passeggero di indossare la mascherina. Alla richiesta l’uomo ha iniziato ad andare su tutte le furie costringendo il capotreno alla fuga dopo aver ricevuto una serie di insulti e spintoni.

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trenord
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Nel vagone era presente un unico passeggero che per timore è rimasto fermo nel suo posto senza prestare aiuto al giovane capotreno. Per sfuggire alle mani dell’aggressore, Marco Crudo ha contattato immediatamente la Polfer che ha braccato il passeggero e l’ha poi consegnato alla Polizia.

Nel suo post, Crudo si è sfogato duramente contro l’attuale situazione: «Chi mangia, chi parla al telefono e se l’abbassa, chi se la tiene sotto il naso, e poi ci sono i delinquenti veri e propri, come quello che ho avuto la sfortuna di incontrare sulla mia strada oggi. E siamo in Lombardia. A Milano. Migliaia di casi al giorno. Roba che non dovrebbe girare praticamente nessuno. Ma io sono un privilegiato. Il capotreno che ha lo stipendio fisso che quando chiede alla gente cortesemente di spostarsi altrove, con il treno mezzo vuoto, come risposta riceve lo sbuffo, se non la contestazione, perché non è giusto che noi abbiamo il posto riservato e loro no».

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