«Sloggati», un termine conosciuto molto bene da alcuni fattorini milanesi. È ciò che succede quando le compagnie di food delivery non necessitano più delle prestazioni di un rider: senza alcuna comunicazione gli vietano l’accesso alla piattaforma di lavoro. Un’ azione che ha portato alcuni rider a presentare un ricorso al Tribunale del Lavoro. Deliveroo, preoccupata di andare incontro a sentenze come quelle del caso “Foodora” ha offerto soldi per chiudere il contenzioso, arrivando a conciliazioni già ratificate dai giudici.
La situazione. Così alcuni rider in causa da giugno si sono visti offrire somme fino a 7.000 euro per ritirare il ricorso. Per la Suprema Corte, ai ciclofattorini delle consegne a domicilio vanno applicate le tutele del lavoro subordinato, come previsto dal Jobs Act, nella forma “ibrida“ delle “collaborazioni organizzate dal committente”.
La tutele riguardano anche però lo “sloggamento”: la disconnessione dei rider equivale ad un licenziamento senza giusta causa.