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28. 03. 2024 13:54

Prove di normalità anche per la moda: al via la Milano Fashion Week al maschile

Tempo di Fashion Week: sfila la moda uomo, anche in presenza

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Si prova a tornare alla normalità. E’ un dovere economico e morale. E la Milano Fashion Week, dedicata all’abbigliamento maschile in calendario da oggi al 22 giugno, ci crede davvero. Quarantotto appuntamenti, 9 presentazioni su appuntamento e 6 eventi rappresentano i 63 brand in calendario.

Una Milano Fashion Week in presenza

Quattro le sfilate in presenza: Dolce & Gabbana il 19 giugno, Etro il 20 giugno, Giorgio Armani il 21 Giugno con una doppia passerella. Le altre in digitale. «Siamo pronti – garantisce Carlo Capasa, presidente della Camera delle Moda Italiana – ad accogliere in sicurezza gli operatori che potranno viaggiare da giugno, daremo la possibilità di fare tamponi gratuiti per stampa e buyer, e stiamo delineando le linee guida con Ats per la sicurezza, su cui abbiamo sempre puntato come si è visto a settembre e luglio scorsi, tanto che sulla stampa internazionale siamo stati additati come la settimana della moda più sicura al mondo».

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Novità in vista

Tra le novità, il debutto di Diesel che, con il nuovo direttore creativo Glenn Martens, il 21 giugno presenterà una collezione “allgender”. Prima volta in calendario anche per altri marchi, tra cui Andrea Pompilio da Harmont & Blaine. Si rinnova, invece, «l’attenzione di Cnmi a tematiche di rilevanza globale come quella della sostenibilità», spiega Capasa, raccontando che sulla piattaforma digitale della manifestazione tornerà la stanza tematica “Designers for the planet” con nove stilisti emergenti, e avranno spazio anche gli showroom.

Tutto in collaborazione con Confartigianato Imprese e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agenzia ICE. «Ci avviciniamo a questa nuova settimana della moda con un’attitudine positiva e ottimista. Il fatto che il governo abbia accolto le nostre richieste poste durante il Tavolo Tessile e Moda del MISE, autorizzando lo svolgimento di fiere in presenza dal 15 giugno, ci ha permesso di confermare le date di Milano Moda Uomo, dando un segnale importante di ripartenza. È un segnale positivo che ci dà modo di organizzare una settimana della moda non solo digitale ma anche con eventi in presenza».

Spinelli (IED Moda Milano): «Ecco come abbiamo snobbato il fashion show»

L’Istituto Europeo di Design, il famoso IED, nato nel 1966 dall’intuizione di Francesco
Morelli, (e che vanta 3500 studenti, 15% stranieri e tra gli italiani il 60% da fuori Lombardia), come è nella sua natura di scuola all’avanguardia, si presenta ora con nuovo progetto proprio durante la Milano Fashion Week dedicata alla moda maschile.

Si chiama POST IED Avant Défilé 2021, mostra performativa dei migliori progetti dei diplomandi IED Moda Milano ed un Fashion Film girato all’interno di alcuni luoghi simbolo di Milano – chiusi per la pandemia – dove gli abiti di 11 giovani designer prendono vita, indossati dai danzatori dell’Accademia Kataklò capaci di esaltare e aggiungere nuovo valore espressivo ai capi.

E con la partecipazione straordinaria di un performer a quattro zampe, l’alano arlecchino Talitha Cum. Le performance sono state girate all’Arena Civica, Biblioteca Chiesa Rossa, Teatro Franco Parenti Bagni Pubblici e Bagni misteriosi, Circolo Arci Bellezza, Accademia Kataklò, Piscina Cozzi, Via Tertulliano. Ne parla con Mi-Tomorrow, Olivia Spinelli, Coordinatrice e Creative Director di IED Moda Milano.

Già il titolo è significativo…
«E’ vero. Usciamo tutti da un periodo, e in particolare gli studenti, che è stato abbastanza toccante da tanti punti di vista. Per noi, e per me che ho dato vita all’iniziativa, si tratta della prima iniziativa in questa formula così particolare, con l’inclusione di accademia Kataklò e l’aggiunta di un video. Ho registrato l’esigenza degli studenti che era quella di tornare a fare qualcosa in presenza, questo era fondamentale».

Come funziona?
«L’evento diventa come una sorta di fiera. Ci saranno degli stand, 14 espositori per i 14 ragazzi, spazi assegnati a ciascuno, suddivisi da uno scotch a terra. Ognuno lo allestisce con i loro capi o accessori o gioielli e tutta una parte di ricerca, il portfolio, il progetto e per un giorno e mezzo gli studenti sono a disposizione degli ospiti per raccontare le loro idee. Questo consente di avere una relazione e conversazione diretta che era il nostro obiettivo, quello di non filtrare la comunicazione tra gli studenti, progettisti e designer e gli interlocutori, ospiti e visitatori».

I lavori esposti sono stati fatti durante il lockdown?
«Sono i loro progetti di tesi. Iniziano a lavorarci a settembre con tutta una parte di ricerca teorica, iconografica, materica. Ed essendo corsi che hanno una progettazione e realizzazione reale dei concetti iniziano a febbraio a lavorare sul tessuto, la stampa, il cartamodello. Quello che si vede sono cose progettate e realizzate interamente dagli studenti».

Alcune cose potranno andare in produzione?
«Sono dei prototipi e lo speriamo davvero. Se trovano uno sponsor sì. Lo auguro a tutti i ragazzi. Ci sono progetti più fruibili o che hanno già un indirizzo molto preciso quindi potrebbe essere più facile. Altri sono più sperimentali anche come racconto della visione dello studente. Si avverte che alcuni lavori di una certa intensità hanno attraversato quello che si è vissuto. Può essere anche solo una t-shirt ma si capisce che ci sono stati passaggi di emozioni, ricerche, ripensamenti».

Avete scelto un modo inusuale per presentare questi lavori, perché?
«Abbiamo voluto snobbare il fashion show proprio perché ruba tutta una serie di particolari alla fine sono relegati ai 12 minuti di passerella. E poi non si ha la possibilità di vedere come sono fatti i capi, o toccare i materiali».

 

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