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29. 03. 2024 01:04

La Scala riapre al pubblico. L’appello di Meyer: «Abbiamo bisogno del nostro pubblico»

Il sovrintendente Meyer lancio un appello alla politica: le dichiarazioni

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La Scala ha riaperto finalmente al pubblico (lo spettacolo di sabato era riservato al personale sanitario). In occasione della premiere il sovrintendente Dominique Meyer ha lanciato fra gli applausi della platea un appello alla politica.

L’appello. I teatri non possono vivere senza pubblico. Non è esclusivamente una questione economica, ma il problema riguarda l’essenza stessa di fare musica, arte e cultura.

«Ora che questo virus ci vorrebbe isolati ciascuno nella sua piccola scatola e qualcuno ha pensato che lavorare ciascuno da casa possa essere una cosa positiva per la società noi diciamo che questa società non la vogliamo – ha dichiarato dal palco Meyer -. Vogliamo vivere la musica insieme, ricevere queste emozioni insieme».

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Affinchè tutto ciò si realizzi è indispensabile che i teatri tornino ad ospitare più persone. «Abbiamo bisogno del nostro pubblico e speriamo che la politica – ha aggiunto – ci dia presto la possibilità di avere una capienza più ampia. I teatri sono luoghi sicuri perché abbiamo preparato tutto, il pubblico è educato, Venite tutti con la mascherina con una disciplina che non si trova il metropolitana, sugli aerei, nei bar e nelle discoteche».

dominique meyer
Dominique Meyer

Nelle parole del sovrintendente non c’è nessuna intenzione di minimizzare il virus. «Ha colpito tante famiglie – ha ricordato il sovrintendente -, ha ucciso tante persone. Ha attaccato l’ esistenza stessa della nostra arte perché per fare musica e opera bisogna essere insieme. Sono felice di rivedere la nostra orchestra, il nostro coro di nuovo insieme: loro volevano assolutamente riaprire la Scala. E l’arte della musica, del teatro esiste soltanto se molte persone possono ricevere questa emozione insieme».

Infine Meyer si è rivolto direttamente alla classe politica: «Abbiamo la volontà di andare avanti, ma abbiamo bisogno di aiuto perché non ce la faremo da soli. Abbiamo bisogno del nostro pubblico»

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