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29. 03. 2024 03:16

Milano, addio smart working: i dipendenti comunali tornano in ufficio

I dipendenti comunali pronti a tornare alle scrivania: le modalità di rientro

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Il sindaco Sala aveva invitato nei mesi scorsi Milano ad uscire “dalla grotta” dello smart working. Non a caso sarà proprio il Comune a richiamare in ufficio la gran parte dei suoi 15.000 dipendenti.

Il rientro. Il ritorno diventa una necessità anche per evitare di creare un deserto sociale ed economico in alcuni quartieri che rimarrebbero senza più impiegati in pausa pranzo oppure in giro a vivere i luoghi della cultura.

La ripartenza prevederà però orari flessibili, con la possibilità di timbrare il cartellino fino alle 11 e la possibilità di recuperare le ore anche il sabato. I primi a tornare a lavorare in presenza saranno le educatrici di nidi e materne con la riapertura dei servizi per l’infanzia. Tuttavia non sarà un vero e proprio ritorno alla vecchia normalità. Che lo si voglia o no lo smart working ha probabilmente cambiato per sempre le modalità di lavoro. Ed anche Palazzo Marino si adeguerà in un certo senso al nuovo corso.

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Le nuove linee guida del piano del Comune prevedono che il telelavoro sia per così dire “limitato” al 50 per cento di coloro che possono svolgere attività da remoto e a rotazione. Concretamente significherà scendere dalle settemila postazioni abilitate da casa durante la quarantena a 3.500, con una priorità che sarà data a chi ha esigenze particolari o alle fasce deboli.

Nuove regole. Il rientro sarà caratterizzato anche da nuove misure. «Una vigilanza sanitaria con una campagna per il vaccino anti-influenzale, test sierologici e le “interlocuzioni programmate” – spiega l’assessore alle Politiche del Lavoro Cristina Tajani -. Ciò significa che i servizi al pubblico e quello che viene fatto agli sportelli funzionerà per appuntamento, anche per aumentare sempre di più la qualità ed evitare sale di attesa affollate».

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