Milano e le Stelle non si piacciono. E non perché il cielo grigio impedisce di vedere il cielo. Le Stelle di cui parliamo sono quelle assegnate dalla Guida Michelin. Stelle che fanno davvero la differenza nel mondo della ristorazione inflazionato da un’infinità di guide e bigini.
Guida Michelin, Milano non tiene il passo
La riprova è arrivata ieri, alla presentazione della Guida Michelin 2022. Per una Lombardia che mantiene il gradino più alto del podio regionale con ben 56 ristoranti stellati (3 tre stelle, 5 due stelle e 48 una stella) davanti Campania (48) e Piemonte (45), c’è una Milano che non tiene il passo.
La capitale economica d’Italia in fatto di cibo arranca facendosi sorpassare a livello provinciale da Napoli, Roma, Bolzano e, pure, Cuneo. A Milano le insegne stellate sono solo 15 (più una verde assegnata a Joia che Pietro Leemann che l’ha affiancata a quella tradizionale), così come un anno fa. La sola differenza è l’addio all’Olimpo da parte di It, il format di Gennaro Esposito rivelatosi una meteora e declassato tra i segnalati dalla Rossa, e l’ingresso nel firmamento di Felix Lo Basso Home & Restaurant.
Il motivo? Non è certo un capriccio degli ispettori della Guida Michelin, figure mitologiche solo nelle pellicole. A Milano la ristorazione è mediamente buona, mangiare bene è facile, si trova di tutto e non certo a buon mercato. Ma il salto all’eccellenza è difficile da fare e forse non è desiderato da tutti perché a ben vedere forse non sempre conviene. Le Stelle sono onori e oneri e mantenerle costa fatica.