Il sistema sanitario milanese è sotto stress. La concentrazione di letti Covid più importante è indubbiamente al Sacco, dove il 70% della struttura, circa 300 posti letto sono già stati riconvertiti . «La battaglia di Milano è iniziata», ha affermato il professor Galli.
Altri ospedali. Rispetto alla prima ondata c’è una differenza: i malati di patologie differenti dal Covid continua a recarsi in ospedale. Mentre a marzo la paura li costringeva a casa (determinando anche l’aumento della mortalità di coloro con problemi cardiaci ed altre malattie), oggi si fanno ricoverare nelle strutture. Questo è indubbiamente un segnale positivo, ma concorre ad aumentare la pressione sui presidi sanitari.
Lo scenario è più o meno lo stesso in tutti i grandi ospedali della città. Al Policlinico sono occupati 310 letti, un terzo di quelli disponibili. Al San Raffaele invece sono attivi 226 letti Covid, altri 100 a San Donato e 90 tra Sant’Ambrogio, San Siro e Galeazzi. C’è poi lo sforzo nelle rianimazioni, con 48 persone intubate tra l’ospedale e l’hub in Fiera.
Anche i dati di ieri confermano che ormai la concentrazione dei contagi lombardi sia a Milano. Nella sola giornata di ieri ci sono stati 4.296 positivi solo nel milanese, circa la metà dei contagi totali in Lombardia. «Milano un tempo curava i pazienti di tutta la Regione. Ora la città ha bisogna che succeda il contrario», ha ribadito ancora una volta Galli.