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19. 04. 2024 08:58

La primaria del Sacco: «Milano sembra non rendersi conto dell’incendio che la minaccia»

Anna Maria Brambila racconta la situazione tra le corsie del Sacco: una "pentola a pressione" pronta ad esplodere

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La primaria dell’ospedale Sacco, Anna Maria Brambilla, ha raccontato in una lunga intervista al Corriere, le difficoltà che lei e tutto il personale medico sta vivendo in corsia.

Fuori controllo. Mentre fuori i milanesi affollano i parchi in un fine settimana dal sapore primaverile, la situazione all’interno degli ospedali è paragonabile a quella di una pentola a pressione pronta ad esplodere. I letti iniziano a scarseggiare e tra i medici in corsia ci si domanda se non si potesse prevenire tutto ciò.

«Siamo inondati. È precipitato tutto il 12 ottobre, ricordo il giorno, un lunedì – ha dichiarato Brambilla -. I segnali che poteva ricominciare già c’erano. Quando hanno riaperto le discoteche in estate, qui abbiamo pensato: oh no! Mai creduto che il virus se ne fosse andato per sempre, ma non ci si aspettava una botta del genere. Invece, quel 12 ottobre, di colpo, siamo stati presi d’assalto da un centinaio di ambulanze, più uomini e donne con sintomi che si presentavano da soli. Da allora è stata una maxi emergenza quotidiana. Nel giro di due settimane, abbiamo ricoverato più polmoniti da Covid che in tutto marzo e aprile. Una cinquantina al giorno. In due settimane, il bollettino di due mesi».

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Previsioni. Nel frattempo i triage milanesi sono stati trasferiti nell’ex parcheggio di via Novara e da mercoledì altri punti dedicati ai pazienti in codice verde verranno aperti in Fiera. Il tutto per alleggerire la pressione sugli ospedali.

Tuttavia alla domanda su quale futuro prevede scuote la testa in segno di rassegnazione. «Non siamo ancora all’apice – ha ribadito il primario -. Rispetto alla prima ondata, il virus circola molto di più sul territorio, almeno qui. Ormai siamo a 300 letti su 400, quasi saturate le nostre possibilità. E il vero problema è che la mia città, Milano, sembra non rendersi conto dell’incendio che la minaccia».

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