9.4 C
Milano
25. 04. 2024 00:22

L’ultimo saluto a Carla Fracci: allestita la camera ardente al Teatro alla Scala

Nel teatro che l'ha vista artisticamente nascere è stata allestita la camera ardente per darle un ultimo saluto

Più letti

L’étoile Carla Fracci ci ha lasciato. Si è spenta ieri mattina in ospedale a Milano. Da tempo, nel massimo riserbo, combatteva la propria battaglia contro un tumore. Questa mattina per darle l’ultimo saluto è stata allestita una camera ardente alla Teatro alla Scala.

Carla Fracci, l’ultimo saluto alla regina della danza

Con la morte di Carla Fracci, senza esagerare, perdiamo un “monumento nazionale”. Nata nel 1936 a Milano, figlia di un tramviere, la piccola Carla sognava un vita normale come tutte le sue compagne dell’epoca. Poi un giorno una coppia di amici del padre la notò muoversi con leggiadria nel salone del dopolavoro e spinsero così il signor Fracci ad iscriverla alla scuola di danza del Teatro alla Scala.

«All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno mentale e fisico. Io, poi, sognavo di fare la parrucchiera. Fu pesantissimo», raccontò la futura étoile in una delle sue prime interviste.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

La cultura del lavoro, probabilmente tramandata dalla famiglia, le permise di ascendere velocemente. Nel 1954 si diplomò per poi debuttare, sempre alla Scala, l’anno successivo con Cenerentola. Nel 1958, a soli 22 anni era già prima ballerina del teatro milanese.

La stella più luminosa nel firmamento della danza

Sapienza tecnica, leggerezza, una spiccata capacità interpretativa le aprono i teatri del mondo e i maggiori ruoli. A lei si devono interpretazioni memorabili. Come non citare la grazia con cui ha dato forma a personaggi memorabili come Giselle, La Sylphide, Giulietta e tanti altri ancora.

Ha danzato con i principali ballerini del mondo della danza, come i russi Rudolf Nureyev e Vladimir Vassiliev, passando poi per il nostrano Paolo Bortoluzzi, fino ai più giovani Massimo Murru e Roberto Bolle.

Sapeva incantare chiunque la guardasse. Il poeta Eugenio Montale la definì un “eterna fanciulla danzante” e Charlie Chaplin, dopo un suo spettacolo, le confessò commosso “you are wondefull”.

«Mi lamento spesso e sono una polemica – ha confessato in una delle ultime apparizioni tv con il suo immancabile abito bianco – ma la mia è stata una gran bella vita».

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...