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16. 04. 2024 19:16

Zangrillo: “Covid? Basta, pensiamo agli altri malati”

Il primario del San Raffaele non ha dubbi "Stop alla politica del terrore, i ricoveri riguardano chi non si è vaccinato"

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Alberto Zangrillo, 63 anni, primario dell’ospedale San Raffaele, chiede ai media di smettere di parlare di covid e alle strutture ospedaliere di iniziare a preoccuparsi degli altri malati. E lo fa dalle pagine del Corriere della Sera: «Trovo inutili e dannosi i bollettini quotidiani sui contagi – riferisce – gli attuali positivi, nella maggior parte dei casi, possono essere subito mandati a casa. I ricoveri riguardano chi non si è vaccinato. Ma non voglio ripetere cose ormai risapute e dette da altri». 

Il Covid e la campagna del terrore 

Poi parla di quella che definisce la campagna del terrore: «Io la detesto per un motivo semplice: sono convinto che distolga l’attenzione e le forze dai veri problemi. È arrivato il momento, oggi più che mai, di occuparsi degli altri malati: gli oncologici, i cardiopatici, chi ha malattie neurologiche e patologie croniche. Sono malati dimenticati, con situazioni che si stanno riacutizzando e che rischiano di aggravarsi in modo irrimediabile». L’interesse va spostato dai malati Covid agli altri: «Ne sono fermamente convinto. È come se fossimo su una nave la cui rotta piano piano va modificata. Il rischio altrimenti è di finire nelle secche per inseguire solo i malati Covid. Il ritorno alla realtà a settembre proporrà ben altro, ossia il riacutizzarsi delle patologie croniche».

Zangrillo: obiettivo numero uno, non spaventare la gente 

Ma nel frattempo, come medico, suggerisce: «Non spaventare la gente, che altrimenti resta chiusa in casa e distrugge drammaticamente le relazioni sociali. E bisogna far capire bene che chi si vaccina è protetto dalla malattia in forma grave e dal rischio di morte. E per farlo capire, ritorno al punto di partenza, bisogna smetterla di comunicare il numero dei contagi che da soli non dicono nulla». Ma com’è possibile convincere gli scettici del vaccino? «C’è uno zoccolo duro di scettici che è difficile da scalfire. Personalmente da medico preferisco dare l’esempio. E invitare la gente a comportarsi con senso di responsabilità».

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