Aprire un’attività commerciale in piena “seconda ondata” da Covid-19, nella città con il più alto numero di contagi in Italia e con il lockdown che incombe, non è cosa da tutti i giorni. Nemmeno se quello che si apre è un negozio di alimentari e si sceglie di vendere solo frutta e verdura che non risponde ai canoni estetici della grande distribuzione, ma è “buona e bella dentro” e soprattutto combatte lo spreco alimentare.
Buona e bella… dentro: la sfida dell’apertura dell’alimentari di frutta e verdura “acciaccate”
Così il 20 ottobre è stato inaugurato Bella Dentro, punto vendita in zona Caiazzo di un progetto molto più ampio, partito nell’aprile 2018 a bordo di un’ape ricoperta d’erba guidata da Camilla e Luca, che girava per Milano vendendo frutta e verdura scartata dai supermercati solo perché troppo piccola o con qualche macchia di grandine.
Un’idea raccontata attraverso i social e un blog accattivante, con un progetto grafico che a settembre ha vinto la Menzione D’Onore del Compasso D’Oro dell’ADI Design Museum di Milano come progetto d’eccellenza del food design italiano.
I protagonisti
Lei è Camilla Archi, lui Luca Bolognesi, 32 anni entrambi. Laurea e master in economia per lui e una carriera avviata in una grossa multinazionale; laurea in lettere e storia del costume per lei e un lavoro nel mondo del design italiano e internazionale.
Un giorno i due si imbattono in un reportage del National Geographic che illustra l’impatto socio-economico dello spreco produttivo nel comparto agroalimentare, ma la cosa che li sconvolge è scoprire che gran parte di questo spreco deriva solo da canoni estetici definiti a tavolino dalla grande distribuzione, slegati dall’effettiva qualità e sapore dei prodotti. E allora? Nel luglio 2017 si licenziano.
«Non è stata una scelta eroica, ma l’ambizione di creare una realtà nostra in cui crediamo al 100% – racconta Camilla – Dopo alcuni mesi di studio della filiera, abbiamo capito come intercettare i prodotti scartati e venderli. L’idea dell’ape era il metodo più efficace per andare in tante parti della città e vedere se qualcuno fosse stato disposto a comprare questa frutta “brutta”.
Nel frattempo abbiamo lanciato il sito belladentro.org per raccontare la storia di questi prodotti e far capire quanto siano naturali i difetti e quanto la qualità e il gusto vadano oltre le apparenze. La risposta è stata più che positiva e la svolta è avvenuta con l’ingresso in società della Fondazione Giordano dell’Amore, ma al momento del finanziamento è arrivato il lockdown.
Qui è partita la nostra fase 2: la trasformazione. Ecco allora le confetture e i prodotti essiccati, realizzati con l’Officina Cooperativa Sociale di Codogno, che forma e impiega ragazzi affetti da autismo e gravi ritardi cognitivi. Volevamo che anche il laboratorio si concentrasse sulla qualità, non sulla mancanza, che è quello che facciamo con la frutta che vendiamo».