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19. 04. 2024 14:09

Biagio Antonacci torna con Seria: «L’amore più autentico è rispetto della libertà altrui»

L'artista racconta la sua Milano: «Vedo confusione, ma per lavorare è la città migliore del mondo»

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Biagio Antonacci torna finalmente con il singolo Seria, brano dalle sonorità leggere – prodotto da d.whale e Placido Salamone – che anticipa il nuovo album di inediti in uscita entro la fine dell’anno. Contemporaneamente, il cantautore ha anche annunciato le date del prossimo tour: un vero e proprio ritorno quello dell’artista lombardo che a Mi-Tomorrow rivela tuttavia di aver scoperto i piaceri della vita di campagna.

Biagio Antonacci torna con Seria

Di Seria mi ha colpito tantissimo il sound. Cosa puoi raccontare?
«È una melodia italiana, ma con la modernità del groove. Alla fine Seria è un suono, la canzone gliela costruisci intorno ed è la cosa bella. Pensandoci, l’ho fatta diventare una canzone in cui racconto la titubanza di una donna nel lasciar la sua vita e nell’affrontarne una nuova. Con un nuovo amore, che sente ma che teme».

Torni a cantare l’amore, quindi.
«Canto la funzione dell’amore più autentico, il rispetto della libertà altrui. La richiesta di collaborazione, basata però su una decisione autonoma. Cerca di esser seria è un modo di dire. È come la parola amore, cosa vuol dire oggi? Conosco la passione, l’attrazione, ma non so spiegare cosa sia l’amore».

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biagio antonacciE per Milano cosa provi?
«Sono stato molto assente in questi anni da Milano. Il primo lockdown l’ho fatto a Bologna e il secondo nella mia azienda agricola in campagna, sulle colline di Cesena. Sono stato fortunato, ho fatto il contadino a modo mio. Il contadino di lusso, potremmo dire. Però mi piace e ora capisco l’impegno della gente che lavora la terra con guadagni ridicoli. Un tempo non era così».

Oggi è più difficile.
«Oggi si guadagna di più, ma siamo scoperti sotto altri punti di vista. Un tempo non c’erano affitti sproporzionati da pagare o cibi che non vengono neanche assimilati. Buttiamo via soldi per niente. Siamo ricattati da chi ha il petrolio o il potere. Ma il potere oggi è la parte più effimera dell’esigenza dell’essere umano. La terra ci insegna che tutto è molto semplice e molto facile».

La città non ti attira più?
«Milano, come diceva Lucio, è vicina all’Europa. È la mia città, ci sono nato. Era l’ambizione di un ragazzo di periferia. Poi, all’inizio del mio successino, andai a vivere a Bologna. Mi innamorai del paese e del fatto che fosse più provinciale. Ma dentro questo paese c’è tutto, a Milano invece vedo spazi ancora dispersivi. Vedo anche confusione. Per lavorare, però, è la città migliore del mondo».

La vivi a piccole dosi, quindi.
«Ma ormai si può lavorare ovunque. Il Covid ha prodotto l’indipendenza della posizione. Qualcosa di buono l’ha fatto, ma l’uomo è talmente scemo che dopo il Covid si è inventato la guerra».

Lunedì 19 e martedì 20 dicembre alle 21.00
Mediolanum Forum
Via G. di Vittorio 6, Assago (Mi)
Biglietti: da 35 euro su ticketone.it

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