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20. 04. 2024 03:02

«Creare, sempre»: Milano riparte dalla Fashion Week al maschile (senza D&G)

Al via la nuova kermesse: da domani le presentazioni delle collezioni maschili per il prossimo autunno/inverno

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Si riparte, anche se in modo diverso. Si riparte con la convinzione che ci sia la luce in fondo la tunnel. La moda, uno dei settori più colpiti dalla pandemia, ricomincia dalla Fashion Week che da domani al 19 gennaio vedrà le presentazioni delle collezioni maschili per il prossimo autunno/inverno.

Un’edizione innovativa, capace di adeguarsi e interpretare le particolari esigenze del momento, proponendo appuntamenti dal vivo (ovviamente pochi) e per la maggior parte digitali. L’eleganza e la creatività tornano protagonisti in città. Ed è come una boccata d’aria fresca.

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Sono 37 i brand presenti in calendario, di cui 7 presenti per la prima volta. Si parte con Ermenegildo Zegna (foto, ndr). In quest’edizione digitale sono quattro, ad oggi, le sfilate fisiche: Fendi, Etro, Kway e Solid Homme. E per gli ultimi due brand sarà il debutto in passerella a Milano.

Esordi. Presenti per la prima volta in calendario anche Dima Leu (vincitore di Who’s next 2020), Vaderetro, Dalpaos, Dhruv Kapoor e Tokyo James.

Un senso di fluidità e precisione pervade la collezione disegnata da Alessandro Sartori, tanto nelle forme quanto nelle scelte cromatiche. I volumi sono morbidi e generosi, in una gamma di colori dall’argilla, ai gialli primula, rosa ortensia, grigi sienite, blu riverstone, verde carabus, neri ardesia. I materiali sono leggeri ma consistenti: lana, canapa, fibre grezze, lino, carta-seta, nappa effetto carta, lane #UseTheExisting)

«Questa edizione – spiega Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana – si inserisce in un quadro di risposte concrete al mutato panorama del fashion system e vuole essere una soluzione dinamica alle complessità del presente. La nostra piattaforma è stata progettata sin dall’inizio per vivere di vita propria e per sostenere sia i progetti digitali che le sfilate fisiche. Si è rivelata, come hanno dimostrato i numeri delle ultime edizioni, un’incredibile risorsa anche per veicolare importanti approfondimenti su temi pilastro della nostra strategia, quali sostenibilità, inclusione e sostegno alla nuova generazione di designer».

D&G annullano la sfilata

Doveva essere il quinto brand a sfilare dal vivo. E invece niente. Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno deciso, a malincuore, di annullare il loro attesissimo evento. «Con la situazione contingente legata al Covid, sono venute a mancare le condizioni indispensabili per la realizzazione della nostra sfilata.Abbiamo pertanto deciso di cancellare il prossimo show uomo».

Lo scorso luglio avevano dato prova di coraggio e intraprendenza, organizzando tra i primi una sfilata in presenza e in sicurezza subito dopo i mesi più difficili legati alla pandemia. Nel Campus dell’Humanitas era stato allestito il défilé. Una forte spinta a ripartire e un atto d’amore nei confronti del made in Italy.

E per la prossima primavera/estate?

Cosa ne è stato dei tradizionali canoni dell’abbigliamento maschile? Come si porta oggi un abito? Come rendere il menswear contemporaneo? Domande che un uomo si pone di fronte alle tante scelte che la moda gli pone davanti.

E alle quali risponde, ogni volta, la creatività degli stilisti. Che per la prossima primavera estate punta su un desiderio di ricercatezza minimale: le forme si semplificano, diventando a volte quasi austere, mentre altre si fanno sempre più funzionali e confortevoli. Non passa estate senza lino, cotone e materiali naturali, che per la prossima stagione diventano una vera e propria tendenza con tessuti che si presentano con un effetto rugoso e wrinkled, ma anche leggere e impalpabili.

Fra i trend un desiderio nostalgico di streetwear con elementi stilistici ripresi dagli anni Novanta e riportati per le nuovi generazioni fino a diventare active-wear urbano. Tinte a volte appariscenti, altre meno strillate, porteranno una ventata di freschezza nel guardaroba della prossima stagione, facendoci dimenticare, in men che non si dica, i toni cupi che abbiamo portato (anche in senso lato) negli ultimi mesi.

Anche gli irriducibili del look total black dovranno cedere ai colori fluorescenti, pastello e pop per la primavera, concedendosi almeno un tocco di lime, arancione, rosa, blu o salvia, oltre al giallo e al grigio proclamati come colori dell’anno. Insomma osare, almeno nelle tinte, diventa un imperativo. (Ph. Etro)

Il patron Mario Boselli: «Per ripartire abbiamo bisogno della Cina»

La moda è in difficoltà e la Cina è l’unica nazione a essere ripartita. Ce lo spiega – e non potrebbe esserci interlocutore migliore – Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina nonché presidente onorario di Camera Nazionale della Moda Italiana.

«Prima di tutto, i numeri la dicono lunga. La Cina ha avuto un suo lockdown terribile nel primo trimestre del 2020, quindi esattamente un anno fa. E ha avuto un calo del pil del 6,8%. Ha avuto anche una reazione, una resilienza, una ripresa incredibile tanto che nel secondo trimestre, quindi aprile/giugno, registrava già un +3,2%. E ancor di più nel terzo trimestre con un +4,9. Non abbiamo il dato, perché troppo recente, dell’ultimo trimestre ma sappiamo che la Cina chiuderà l’anno con un pil positivo del +2%. E sarà l’unico paese al mondo ad avere un saldo positivo perché tutto il resto del mondo occidentale avrà un pil con segno meno. I cinesi sono già ripartiti come consumi a partire da metà marzo dell’anno scorso».

Filiere. Allora, che succede? «Che tutti i grandi brand, quelli mondialmente riconosciuti che sono poi proprietà di Kering, di LVMH o italiani tipo Prada o Armani, hanno beneficiato di questa ripartenza della Cina già sei, nove mesi fa. Questo ha avuto delle conseguenze estremamente positive non solo per i brand, ma anche per tutte quelle piccole e medie aziende italiane che sono le subfornitrici di tutto questo sistema moda, cioè le filiere».

Quindi chi è inserito nel macro sistema cinese sta andando alla grande: «Il mondo si è fermato in Cina nel primo trimestre, ma da metà marzo ha ripreso. Noi abbiamo bisogno della Cina: che ci sia simpatica o meno, non possiamo farne a meno».

E c’è anche il Fashion Film Festival

Quest’edizione della settimana della moda segna l’inizio della partnership a lungo termine tra Camera Nazionale della Moda Italiana ed il Fashion Film Festival Milano, con l’obiettivo di fare sistema e potenziare l’esposizione del Made in Italy all’estero, in un contesto internazionale contemporaneo, digitale e d’avanguardia.

La settima edizione del Fashion Film Festival Milano, si svolgerà infatti durante la Milano Fashion Week – fino al 19 gennaio – e verrà trasmessa anche sulla piattaforma digitale di CNMI fashionfilmfestivalmilano.cameramoda.it. La selezione ufficiale di questa edizione, che è un vero ponte culturale tra comunità diverse ed un’iniziativa inclusiva che celebra pienamente la diversità, vede più di 200 fashion film in concorso selezionati fra oltre 1.000 ricevuti, provenienti da 60 Paesi.

«Siamo molto felici di questa collaborazione – spiega Carlo Capasa, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana – che per la prima volta sarà all’interno della nostra settimana della moda, arricchendo con contenuti di altissima qualità il nostro palinsesto».

Leggi anche l’intervista a Marco Baldassari di Eleventy, uno degli attesi protagonisti della nuova kermesse milanese: clicca qui.

 

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