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25. 04. 2024 07:50

Gli Sforza come Game of Thrones, Davide Verazzani li racconta all’Estate Sforzesca

Lo storyteller: «Sembrerà un episodio de Il trono di spade con intrighi di potere, lotte, guerre e sesso»

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Per il quinto anno consecutivo la rassegna Estate Sforzesca, organizzata nella splendida cornice del Cortile delle Armi, ospita Game of Sforza – I 50 anni che sconvolsero Milano di e con Davide Verazzani. Novanta minuti di trascinante teatro di narrazione per una nuova edizione, in scena domani, con la produzione di Oltheatre.

 

Gli Sforza come Game of Thrones, la performance di Davide Verazzani

«Lo spettacolo è nato quasi per caso nel 2015 – racconta Davide Verazzani – quando un’amica mi chiese di scrivere qualcosa riguardante la storia di Milano. Inizialmente non era un vero spettacolo, diciamo una lezione di storia un po’ spettacolare. Ma è piaciuta subito molto».

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Come si è evoluto il lavoro?
«Ho iniziato a farlo nelle biblioteche, praticamente le ho girate tutte a Milano. Poi, quando è arrivato il momento dell’Estate Sforzesca 2016 l’ho proposto, visto che il tema era più che mai azzeccato, e mi hanno inserito nella rassegna. Da lì ho fatto circa sessanta repliche e non solo a Milano, mi sono spinto fino a Napoli».

In questi cinque anni è cambiato molto?
«Ha preso una forma più teatrale, la prima versione sembrava davvero una lezione universitaria. Ora interagisco col pubblico e domani per la prima volta avrò due schermi ai lati del palco sui quali appariranno personaggi e immagini».

Oltre al titolo ci sono altri richiami alla serie tv Game of thrones?
«Il più è nel titolo perché la storia degli Sforza raccontata in questo modo sembra quasi un episodio de Il trono di spade con intrighi di potere, lotte, guerre e storie di sesso».

Francesco Sforza, Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, a quali personaggi del telefilm potrebbero essere paragonati?
«Francesco a Ned Stark, il padre saggio che si trova più a suo agio nei campi di battaglia che a corte. Ludovico il Moro è la versione buona di Ditocorto Lord Baelish, fuori dalla linea di successione ma pronto a tutto per prendersi la corona, gestendola poi molto bene. Beatrice invece è Margaery Tyrell destinata a diventare regina, elegante, astuta e molto più grande della sua età»

Il sottotitolo parla di una Milano sconvolta, in che modo?
«In soli cinquant’anni Milano si è trasformata diventando una delle capitali più raffinate d’Europa. Superiore culturalmente a Parigi e Londra. L’arrivo prima dei francesi e poi degli spagnoli ha però bloccato lo sviluppo della città per i successivi duecento anni».

Cosa affascina degli Sforza?
«Spesso gli spettatori mi dicono che sono rimasti colpiti perché non conoscevano bene questa storia. Affascina vedere come anche all’epoca esisteva una lotta di posizionamento con grossi personaggi che cambiavano le sorti di una città o di un paese intero. In più in quel periodo a Milano c’erano Leonardo da Vinci e Bramante».

Quali sono i punti di forza del teatro narrativo?
«L’uso di un linguaggio semplice che, però, non significa banale. Inoltre la possibilità di porsi sul palcoscenico come narratore onnisciente aiuta a catturare l’attenzione del pubblico».

Come sta ripartendo il teatro?
«La situazione non è facile, soprattutto per chi deve gestire gli spazi. Io, però, credo vada fatto il possibile per riaprire senza fermarsi».

Lei è anche direttore del Nolo Frige Festival, come procedono i preparativi?
«Progredisce bene. Il festival sarà dall’8 al 13 settembre. Abbiamo firmato i contratti con le compagnie, abbiamo i palchi e penso che verso il 20 luglio potremo comunicare il programma».

Domani alle 21.30
Castello Sforzesco
Biglietti: da 12 euro

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