Prende il via la Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano. Il concerto inaugurale avrà alla direzione musicale il Maestro Emmanuel Tjeknavorian.
«Sono entusiasta – afferma il nuovo direttore, austriaco nato da una famiglia di musicisti – di questa stagione inaugurale, segna non solo un traguardo personale, ma anche l’inizio di un emozionante viaggio per tutta la nostra comunità». In programma al Teatro alla Scala Ouverture festiva di Dmitri Šostakovič, Sinfonia n. 2 di Ludwig van Beethoven e Sinfonia n. 4 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Intervista a Emmanuel Tjeknavorian
Cosa avrà di speciale questo debutto di stagione?
«Il programma designato è composto da brani che hanno scandito momenti salienti ed essenziali dell’inizio della mia carriera direttoriale».
Il suo personale bilancio dopo i primi mesi di direzione?
«La mia esperienza finora è stata incredibilmente arricchente. La dedizione e la passione dell’Orchestra sono state davvero stimolanti».
Ci sono state sorprese?
«Ciò che mi ha sorpreso nel primo approccio è stata l’apertura che i musicisti hanno avuto nell’esplorare e abbracciare nuove idee, creando un’atmosfera dinamica e collaborativa».
Data la sua esperienza internazionale, come ha fotografato Milano?
«Milano ha questo modo meraviglioso di mescolare il vecchio con il nuovo: si sente viva, va sempre avanti ma non perde mai il contatto con le sue radici. È il luogo perfetto per esplorare nuovi percorsi creativi ed essere parte di qualcosa di vibrante e sempre in evoluzione».
Ha già le sue zone preferite?
«Questa città si svela a strati, uno più accattivante dell’altro. Mi godo l’energia vibrante dei Navigli e l’eleganza di Brera, insieme alla serena bellezza degli angoli nascosti della città».
Quali sono gli obiettivi per questa stagione musicale in partenza?
«Intendo concentrarmi sulla creazione di esperienze musicali memorabili per il nostro pubblico – sono 31 le produzioni sinfoniche tra 2024 e 2025, ndr -, sull’esplorazione di un repertorio diversificato e sulla promozione di una forte connessione tra l’orchestra e la comunità».
E con l’italiano come va?
«Spero di trovare un po’ più di tempo nella mia fitta agenda per familiarizzare con le sfumature di questa lingua e anche con il dialetto milanese, perché no. È un processo bellissimo, molto simile all’apprendimento di una nuova partitura, pieno di sottigliezza ed espressione».
I suoi prossimi appuntamenti sul palco?
«Dopo l’inaugurazione di domenica tornerò il 15 novembre (con Kiron Atom Tellian al pianoforte), il 22 novembre (con Daniel Lozakovich al violino) e a Capodanno, quando dirigerò la tradizionale Nona di Beethoven».