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26. 04. 2024 00:08

La quarantena di Fasma: «La vera arte di oggi è essere se stessi»

Online con il nuovo progetto Tommy + BASTA!

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Costretto a riprogrammare il concerto previsto lo scorso 5 aprile ai Magazzini Generali, Fasma rimanda così a data da destinarsi il live di presentazione milanese dell’ultimo album Io sono Fasma, progetto di quattordici tracce che hanno già raccolto quasi 18 milioni di stream sul web. È online il nuovo progetto dal titolo Tommy + BASTA!, che lega due brani dell’album in un videoclip inedito disponibile su YouTube.

 

Fasma online con il nuovo progetto

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Come stai vivendo questo periodo?
«Diciamo che, oltre a dedicarmi alla mia musica, sto cercando di riscoprire le cose che nella vita di tutti i giorni spesso ci sembrano scontate».

Solo tre mesi fa, Sanremo. È cambiato tutto.
«Sanremo ha inciso in me un ricordo indelebile, che mi porterò per tutta la vita: ho maturato una consapevolezza maggiore su quello che la mia musica è in grado di trasmettere. Per altri può sembrare arroganza, per me è una fame interiore che aumenta e non si ferma mai».

La musica riesce ad esprimere questa tua fame?
«Non solo: è l’unico strumento in grado di trasferire il dolore in rima. Solo così si è in grado di stringere un vero rapporto con il pubblico, che ascolta rabbia e dolore veicolati attraverso musica e rima, immedesimandosi in maniera del tutto naturale».

Questione di empatia, insomma.
«Oltre all’artista, mi preoccupo di poter esprimere anche la parte umana. Nel 2020 la vera arte è essere se stessi, non penso alle mie canzoni come un prodotto da vendere, non sono qui per lucrare sulla mia arte. La mia libertà espressiva mi descrive senza filtri e questa è la chiave per arrivare al pubblico. Dove non possiamo arrivare noi, ci pensa la musica ed è questa la vittoria più grande».

Essere se stessi porta a pagare un prezzo ancora alto nel mondo della musica?
«La libertà musicale, come quella artistica, non deve subire nessun tipo di paura o tutte le conseguenze che essa scaturisce. La maleducazione e la mancanza di rispetto che ci circondano non devono porre dei limiti alla vita personale, non dobbiamo lasciare che il loro peso ci faccia soccombere definitivamente».

Le tracce di Io sono Fasma ti hanno fatto sentire libero?
«Assolutamente. Non mi sono mai fermato al primo giudizio, ho sempre scritto consapevole di ciò che volevo dire. In ogni singola traccia c’è un pezzo di quella strada che io e la mia crew WFK abbiamo “asfaltato” insieme. Ora è tempo di “edificare” e non vedo l’ora di poterlo dimostrare in futuro, quando torneremo alla normalità».

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