La piazza all’interno del progetto The Sign, a Romolo, sarà intitolata a Fernanda Pivano. Lo spazio sorgerà tra le due torri che sono ancora in costruzione, ma quello che è già certo è che sarà dedicato alla scrittrice icona della beat generation, nata a Genova nel 1917 e scomparsa a Milano 12 anni fa, nel 2009. Non una scelta a caso, visto che Milano per Fernanda Pivano ha simboleggiato molto.
Fernanda Pivano e Milano, un rapporto di grande amore e grandi personaggi
Perché lei stessa, nell’autobiografia fotografica curata da Guido Harari, «The beat goes on» (Mondadori, 2004), ha raccontato la sua vita per le vie di Milano. Dalla città sono passati i grandi autori americani, da William Faulkner a Saul Bellow a Henry Miller, e quelli di cui era amica più stretta. Lei che abitava con il marito Ettore Sottsass in via Cappuccio 19, una casa con un terrazzo, lì dove Jack Kerouac le autografò la copia di «Sulla strada» che aveva tradotto nel 1958 per Mondadori. Ma anche Chet Baker e Gregory Corso e molti altri. Anni Sessanta, anni ruggenti di cultura. Poi, nel dicembre del 1966, Pivano e Sottsass si trasferiscono in via Manzoni 14. Qui nasceranno esperimenti di controcultura come la rivista «Pianeta fresco», pubblicata in soli due numeri, e la frequentazione del cinema underground allo Studio Orti di Franco Quadri.
Lo sbarco a Milano già nel 1947 e la serigrafia di Andy Warhol
Il legame tra Fernanda Pivano e la città era iniziato nel 1947, quando partecipò a incontri letterari organizzati da Virginia e Alberto Mondadori, figlio dell’editore Arnoldo, nel loro appartamento in via Locatelli. Poi, dopo la crisi del matrimonio, tante altre case per la Pivano, come un primo piano di via Senato con tanto di serigrafia originale della Marilyn Monroe di Andy Warhol.