Giovanni Vernia: «Tutte le mie maschere in scena»

Giovanni Vernia protagonista al Manzoni con lo show: «Il successo nasce dai piccoli locali del cabaret»

Giovanni Vernia
Giovanni Vernia

Nuovo appuntamento con il cabaret in compagnia di Giovanni Vernia e del suo spettacolo scritto a quattro mani insieme a Paolo Uzzi con la regia di Giampiero Solari e Paola Galassi: Vernia o non Vernia sarà in scena al Teatro Manzoni solo lunedì sera.

 

Come è nato Vernia o non Vernia?
«Con una semplice chiacchierata con Giampiero Solari, divenuto poi il regista dello spettacolo insieme a Paola Galassi. L’idea è nata dal racconto della mia infanzia, passata nei panni di un bambino taciturno, che poi esplodeva di gioia quando si trovava ad imitare i suoi parenti e amici».

La tua passione poi è diventata professione?
«Ho mostrato questa mia vena da grande burlone anche su un vero e proprio palcoscenico: con Vernia o non Vernia porto in scena il fil rouge della mia vita, attraverso il racconto di tutte le mille sfaccettature del mio mestiere e dei miei personaggi, nei loro connotati surreali e divertenti».

Prediligi l’imitazione o la parodia?
«Riproporre con la parodia gli aspetti di un personaggio attraverso una visione esasperata dei suoi talloni d’Achille è vincente perché ti permette di mettere la firma sulla visione di un personaggio. Questo lo rende molto più divertente della semplice imitazione, che considero più noiosa anche nella sua più perfetta esecuzione».

Formarsi come comici oggi è difficile?
«Per fare comicità è fondamentale ancora oggi l’esperienza nei locali. Non è cambiato molto rispetto al passato: è il pubblico che decide se puoi sfondare o meno, il riscontro è diretto e lo sappiamo bene anche noi comici già affermati».

Ovvero?
«Mi capita spesso di scrivere alcuni pezzi e, prima di portarli in televisione o in teatro, mi sento più sicuro nel proporli nei piccoli locali per capire se funzionano. Il nostro è un lavoro da artigiano e la nostra scuola è il pubblico».

Dove si è tenuta la tua scuola?
«Proprio a Milano. Dopo aver studiato a Genova, la mia città, sono stati alcuni piccoli locali milanesi – come il Laboratorio di Cabaret Scaldasole o il Cicco Simonetta vicino ai Navigli – a forgiarmi come performer e a concedermi poi i sogni di gloria».

Cosa pensi di questa città?
«Rimane ancora oggi la realtà nazionale più attenta alle novità del campo del cabaret. I milanesi stessi sono più avanti in tutto: nel mio spettacolo ho inserito il loro entusiasmo nei confronti del monopattino, del sushi e di tutto quello che per me diventa parodia».

Il personaggio che ti ha inorgoglito di più?
«Fabrizio Corona. Pur non essendo uguale, ero riuscito a cogliere alcuni suoi lati in grado di far divertire il pubblico».

Lunedì alle 20.45
Teatro Manzoni
Via Manzoni 42, Milano
Biglietti: da 20 euro su teatromanzoni.it

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