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19. 04. 2024 06:40

La Filarmonica cambia temporaneamente casa, Seco: «I nostri concerti surrealisti al MUDEC»

Con Il Suono dell'arte parte la settimana di concerti ed eventi ospitati al Museo delle Culture.

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Ha inizio oggi un nuovo e inedito progetto culturale nell’hub culturale milanese: con Il Suono dell’arte La Filarmonica trasferirà temporaneamente la propria residenza al Museo delle Culture MUDEC, all’interno della mostra Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Tanti gli eventi e i concerti in programma fino al 28 maggio, frutto della collaborazione tra l’orchestra e 24 ORE Cultura.

La Filarmonica cambia sede, il direttore Seco: «Con questo progetto usciamo dagli spazi convenzionali»

«Il progetto nasce per condividere insieme arte e musica – racconta Marco Seco, direttore artistico (e d’orchestra) de LaFil – e per una settimana i nostri musicisti dialogheranno insieme al pubblico tra arte e musica». Lunedì 29 maggio, alle 20.30, concerto di chiusura al Piccolo Teatro Studio Melato, mentre il programma completo è su lafil.com.

Direttore, cosa avvicina il surrealismo alla musica classica?
«Tale corrente artistica si accoppia con il nostro mondo in modo complesso, perché non è un unico stile, ma un movimento. Si basa tutto sul cercare di spezzare delle tradizioni per arrivare a un’estetica totalmente nuova, diversa».

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Perché il MUDEC?
«Per due motivi: è uno spazio che rappresenta il modo di fruire oggi arte e cultura, attraverso la sua architettura così innovativa, ed è anche inserito nella metropoli di Milano in modo molto dinamico».

Cosa rende questo progetto unico nel suo genere?
«La capacità di vivere uno spazio, del tutto ineditamente, per dar vita all’opera d’arte. Il MUDEC si trasforma così in fucina d’arte, una grande bottega dove gli artisti lavorano e i visitatori possono immergersi nel loro mondo: forse l’evoluzione sta qui, nell’uscire dagli spazi convenzionali».

Quali brani verranno eseguiti?
«Quelli appartenenti ad artisti surrealisti, come George Antheil, ma anche chi ha sviluppato la propria estetica al di fuori del contesto, come Dmitrij Šostakovič, di cui eseguiamo un quartetto, o un concerto sinfonico di Arnold Schönberg. Parlare di questo aiuta anche i giovani a capire da dove provengono le nostre radici musicali».

Anche con le prove aperte in Auditorium.
«È un processo che avvicina le persone nella comprensione, ma anche nel fascino di condividere un momento molto intimo. Questo è un modo per avvicinare chiunque, ma soprattutto i giovani, ai luoghi di cultura, così da tenerli aperti il più a lungo possibile».

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