8.5 C
Milano
29. 03. 2024 00:29

Mara Maionchi, ottant’anni ed una nuova giovinezza: «Non so come mai sia andata così»

Vita, passioni e “miracoli” della neo ottantenne Mara Maionchi, che incontriamo nella sua Milano all’apice di un nuovo successo (quello di LOL): «Questione di fortuna e incroci positivi». Ma non solo, ovviamente

Più letti

Ottant’anni, giusto ieri. Sembra una battuta “alla LOL”, di cui continua ad essere protagonista dalla control room degli schermi Amazon, invece è tutto vero: Mara Maionchi, da discografica e talent scout a volto trasversalmente apprezzato della tv, ha scoperto una nuova giovinezza proprio grazie al nuovo format co-condotto con Fedez, di cui è già in lavorazione la seconda serie: «Devo dire che ho fatto poca attenzione a me, perché era talmente forte tutto quello che vedevo che non avevo modo di controllarmi… Mi sono molto divertita».

Non potevamo che celebrarla nella sua città, a Milano, grazie alle foto di Daniel Escobar che tradiscono quello sguardo mai stufo di scoprire e di imparare. Nemmeno a ottanta primavere.

Mara, ormai sei di famiglia nelle case degli italiani. Ci sono delle mattine in cui ti svegli e ti chiedi chi te lo abbia fatto fare?
«Mettiamola così: ho avuto un culo che non finisce più, siamo sinceri! Mi è andata talmente bene che non so neanche come mai sia andata così, quindi è proprio questione di fortuna e di incroci positivi».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Cosa ti è rimasto della prima fortunata stagione di LOL?
«Mi ha senz’altro colpito Lillo, che conoscevo poco. Sono impazzita per Posaman (ride, ndr). Nel momento, poi, in cui ha detto che può permettersi di mangiare tre chili di amatriciana senza fare sport perché è così “di costituzione”, non ho retto».

Che idea ti sei fatta degli altri partecipanti?
«Elio è micidiale. Credo sia veramente fuori di cotenna, un vero ingegnere. Katia Follesa riesce ad essere divertente con la sua satira un po’ osé; Fru è stato un crescendo, finché purtroppo si è autoeliminato. Mentre il suo compagno Ciro mi ha fatto morire quando è arrivato, serissimo, a cavallo del dinosauro. Peccato per Ravenna, che si è potuto esprimere poco».

E Frank Matano?
«Un pazzo scatenato, ha percorso 222 chilometri in sei ore per evitare di ridere… E comunque anche Pintus è talmente imprevedibile che non mi ha stupito quando ha riso della sua stessa battuta. L’ho visto anche a teatro: è forte. La Giraud mi è piaciuta sul palco, mentre la Guzzanti è potente ma deve rinnovare un po’ il suo repertorio…».

Avevi lasciato Fedez nel ruolo di giudice, lo hai ritrovato come host.
«Che è sempre un po’ un giudice… Voglio dire, alla fine siamo dei controllori in quel contesto».

Lo vedresti nei panni del nuovo Cattelan a X Factor?
«Lui è uno che si adatta molto bene. Se decide di farlo, credo se la caverà».

Siamo reduci da un anno senza precedenti, per tutti. Tu, in primis, hai vissuto con i tuoi occhi cosa voglia dire essere a contatto con il virus. Che cosa ha cambiato nella tua quotidianità?
«Ha cambiato l’atteggiamento nei confronti della vita, le priorità. I pensieri, che per quanto mi riguarda sono sempre più legati a chi è veramente in difficoltà economica. Il Covid ha colpito sia fisicamente che moralmente. Non c’è dubbio che la vita sia un’eterna corsa, ma a volte dovremmo fermarci e scegliere di lasciar anche perdere qualcosa, se ciò ci permette di vivere con maggiore serenità».

Chi sono le donne che ti hanno ispirato o influenzato nel modo di porti in tv?
«Devo dire moltissime, dalla Litizzetto a tante protagoniste del passato. Ma non penso di essere neanche la metà di loro. Ho la fortuna di essere un personaggio totalmente in linea con la mia persona. Altrimenti sai cosa avrei saputo fare io? Niente».

Ma non è vero.
«Io sono questa, mi conosci. Ho avuto la fortuna che così è andata bene. C’è gente che lavora per tanti anni e si fa un mazzo enorme senza raccogliere quanto meriterebbe. Io, ti confermo, ho avuto più culo che anima».

Come ti consideri rispetto alle tue coetanee?
«Conosco diverse ottantenni, sono andata a vaccinarmi e ne ho conosciute cinque-sei piuttosto forti. Io non posso lamentarmi, ma devo dire in generale che siamo una generazione ancora bella potente».

La regina Elisabetta ha compiuto 95 anni mercoledì, tu 80 ieri. Ti ha condizionato in qualche modo la sua figura forte, sempre “all’altezza” da ogni punto di vista?
«Condizionato è una parolona, anche perché la regina occupa una posizione che ti impedisce di fare qualsiasi confronto. Certo, trovo che lei sia stata capace di stare al suo posto con tanti sacrifici. Non credo sia stata sempre d’accordo con l’etichetta che doveva seguire. Però ha compiuto benissimo il suo lavoro e l’affetto degli inglesi ne è la riprova».

Giulia e Camilla sono le tue figlie e ti hanno resa nonna tre volte.
«Sono una nonna molto permissiva, devo dire. Anche perché con le mie figlie ho dovuto per educazione stare un po’ più attenta, ma ai miei nipoti non faccio mancare nessun vizio. Una di loro mi ha chiamata ieri per chiedermi se potevamo uscire a fare qualche compera in vista dell’estate. E ha sei anni, fai tu».

Cosa ti piace comprare per loro?
«Lustri, lazzi, frizzi, cose terrificanti (ride, ndr): scarpe con colori impensabili che le mie figlie sopportano a fatica, ma i bambini sono contentissimi e alla fine conta quello. Diciamo che compro tutto il proibito…».

Quale comico del passato credi sarebbe stato perfetto per LOL?
«Il padre di tutti comici per me era Charlie Chaplin perché aveva questa capacità, questa modalità fisica di comunicazione micidiale. Io non ho mai riso tanto come nei suoi film: sarebbe stato bene in qualsiasi epoca».

Oggi che cosa non deve mancare ad un comico?
«L’intelligenza. Ma anche l’arguzia e capire il momento giusto».

I tempi.
«I tempi comici sono fondamentali».

Sembra lo siano stati – e, per certi versi, continuino ad esserlo – anche per la politica durante la pandemia.
«Credo che in un momento così drammatico operare delle scelte sia difficilissimo e, qualsiasi decisione tu prenda, comunque avrai un gruppo di persone in opposizione. È normale e fa parte della democrazia. Ma bisogna cercare di avere sempre buon senso, capire quello che succede nel mondo».

Ti è stata anche proposta, la politica.
«Devo dirti che non avrei mai accettato perché mi sarei sentita assolutamente non idonea: per entrare in politica devi fare anni di lavoro in un partito, o comunque in un gruppo. Anche lì, sì, è una questione di tempi: c’è il momento di dire le cose e il momento di non dirle, poi c’è quello in cui devi capire come e cosa dire. La politica è un mestiere serio, o meglio, dovrebbe esserlo. Per guidare un Paese bisogna aver fatto degli studi, prima ancora di maturare l’esperienza necessaria. Ai miei tempi c’erano davvero gli studi di partito, adesso tutti parlano alla “viva il parroco”».

Siamo all’Hotel Gallia: questa terrazza affaccia direttamente sulla Stazione Centrale. Che ricordi ti evoca?
«Mi ricorda quando i miei genitori abitavano ancora a Bologna e c’erano i treni in partenza alle nove di sera. Arrivi e partenze, l’andare e il venire insomma».

Mai fermi. Come te. Quindi starà bollendo qualcosa in pentola…
«In effetti sì: a metà maggio parteciperò a questo programma di Italia 1 che si chiama Venus Club: ci sarà Lorella Boccia alla conduzione e il commento mio e di Iva Zanicchi. Sono interviste a donne che fanno diversi mestieri. Vi consiglio di guardarlo perché ci sarà modo di riflettere».

 

In breve

FantaMunicipio #25: perché uniti, tra centro e periferia, è sempre meglio

Questa settimana parliamo di connessioni tra centro e periferia, di due passerelle ciclo-pedonali che, a regime, collegheranno al meglio...
A2A
A2A