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29. 03. 2024 09:50

Nuovo capitolo per Nesli: «Un eremita a Milano: la mia giungla»

Nesliving Vol.4 segna il ritorno di del cantautore -rapper: «Vivere in città la mia solitudine mi fa sentire meglio»

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A distanza di tre anni dall’ultima pubblicazione, venerdì 10 marzo Nesli uscirà con l’album NESLIVING VOL. 4 – Il Seme Cattivo (Artist First), quarto capitolo del mixtape nato nel 2008. «È un progetto musicale libero da strategie e tendenze – racconta – dalla ricerca spasmodica di un singolo da passare in radio. E’ un disco sincero, forse troppo».

Nesli presenta il suo nuovo Nesliving Vol.4: «Un disco sincero, forse troppo»

Perché lo hai chiamato Il seme cattivo?
«Da sempre mi considero estraneo nel mio stesso ambiente e un outsider fin da quando ho iniziato. Non ho mai rappresentato un movimento o un genere, sono sempre stato un esploratore delle canzoni libere e un interprete della vita in musica».

Le ventidue tracce dimostrano la totale libertà espressiva lontana dalle logiche di mercato. Oggi ti senti più libero anche per questo?
«La libertà, oggi, è solo economica, più ne hai e più sei libero. Oggi c’è tanta competizione, più offerta che domanda, molto è basato sull’estetica dell’apparire e sulle collaborazioni. Allora mi sono detto: “faccio un disco di puro istinto, senza ragionamenti o strategie”».

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Consigli per l’ascolto?
«In cuffia perché è un disco che parla all’anima e perché ci sono degli episodi in cui il rumore del contesto è importante quanto il messaggio stesso».

E Milano – città che hai scelto – ti ha aiutato a sentirti più libero in questi anni?
«Sono un po’ un eremita moderno. Farlo isolati da tutto è troppo facile, la vera sfida è farlo in città, in una giungla urbana, fatta di rumori costanti in sottofondo e luci. Vivere in città mi fa stare meglio e mi fa sentire meno solo. Ho scelto la zona a nord di Milano perché mi sembra la periferia di una qualunque metropoli, potrebbe essere ovunque».

C’è una traccia dell’album legata a Milano?
«La seconda, Lazarus. C’è una frase nella strofa che dice: “girare in strada, senza una meta, cammini da Loreto a San Babila, ce l’hai nell’anima come una lamina, l’amore qui non ci abita”. Mi capita spesso di fare quel tratto di strada a piedi, mi fa sentire maledettamente vivo».

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