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24. 04. 2024 07:42

«Basta compromessi, ora c’è un nuovo Raige». Cartagine è il nuovo singolo

«Il nuovo singolo non è nato dal lockdown, non cavalco l’onda come gli altri»

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Torna nelle radio Raige con il singolo Cartagine, un brano intenso che segna una nuova pagina per la carriera del cantautore torinese, già segnata dai successi firmati per interpreti come Tiziano Ferro, Nek, Elodie e tanti altri.

«Basta compromessi, ora c’è un nuovo Raige». Cartagine è il nuovo singolo

«Cartagine è figlio di un’urgenza artistica nata da un rapporto in cui lei era il mare ed io non ero il sale – svela a Mi-Tomorrow – ho finito per essere Cartagine nella speranza di non diventare una rovina».

Il verso “Ritorneremo a guardare le stelle” a chi è dedicato?
«Questa frase non ha nulla a che vedere con il lockdown. Personalmente ritengo le canzoni non debbano nascere dalla solitudine, ma crescere come conseguenza di una condivisione di un momento di vita. Molti dei miei colleghi hanno cavalcato un’onda ben precisa, ma io non sono così».

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Cioè?
«Chi dice di aver trovato nuova ispirazione da questo lockdown o non sa scrivere o sta fingendo, perché in quel periodo è normale proiettarsi verso un pubblico più ricettivo del normale».

Autore oltre che cantautore. Questo sarà il tuo “Mestiere della vita”?
«È un grande privilegio esserlo. Il fatto che chi ha segnato la mia adolescenza abbia scelto un mio brano scatena un “fattore ego” che chiude un cerchio, è impagabile veder nascere le proprie canzoni una seconda volta».

Ti senti di aver sprecato un’occasione a Sanremo nel 2017?
«Ci sono andato nel momento migliore per la mia carriera, tour e album erano andati bene, ma ho sbagliato brano, perché non mi rappresentava ed arrivare a quella vetrina così importante senza potersi raccontare è già perdere in partenza. Oggi mi sento libero da tutti quei compromessi».

Raige - Cartagine
Raige – Cartagine

Da torinese quali affinità hai con Milano?
«Torino è a misura d’uomo, c’è un clima da paese e questo mi aiuta a sentirmi più coccolato e viziato, ma a Milano vivo il mio lavoro e mi sono sempre trovato bene, c’è il quartiere dove abita mio fratello (Ensi ndr), Nolo, che mi ha colpito per il suo picco multietnico. Me la vivo tra studio e ristorante, meglio se brasiliano».

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