La nuova scommessa di Carosello Records si chiama Santachiara, giovane cantautore alla sua prima esperienza con l’EP Sette pezzi – da oggi disponibile in formato fisico e digitale – di cui i brani sono stati già svelati nel corso delle ultime settimane, dopo aver già pubblicato i primi singoli Alba, Io e me e Quindi.
Da dove nasce la scelta, insolita per il mercato discografico italiano, di far uscire i pezzi settimana dopo settimana?
«È nata quasi da sé in realtà: volevo cercare di comunicare un percorso, evidenziando quelle che sono le differenze e le similitudini tra i brani, volevo che i brani avessero un loro preciso momento e fossero profondamente influenzati dal precedente e legati al successivo».
In quale “mood” sono nati questi brani?
«Circa tre di questi brani sono figli del lockdown: è stato un momento per pensare, scrivere e scavare a fondo dentro se stessi, quello che ne ho tirato fuori sono le mie canzoni».
In Silenzioso racconti “E sta vita ti regala schiaffi, chiudo un occhio che ne vedo meno”: di quali schiaffi parli?
«Quelli che fanno crescere davvero, che sai di doverli prendere per quello che ti insegneranno. Anche “chiudo un occhio che ne vedo meno” non sono parole scelte a caso, come “chiudo un occhio sugli schiaffi che prendo”, sono entrambi modi per andare avanti».
Sei una delle firme più interessanti tra i cantautori della nuova generazione. A chi ti sei ispirato per arrivare fino a qui?
«A tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno fatto musica da paura, cambiando o migliorando gli schemi musicali che erano in gioco ai loro tempi. Mostri sacri come Bob Marley e Rino Gaetano hanno fatto molto con me, come anche Recondite e Kanye West».