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19. 04. 2024 12:56

Spina etrusca e la città di Milano, mostra alla Fondazione Rovati e al Museo archeologico

Saranno esposti numerosi vasi attici a figure rosse, risalenti al V secolo a.C.

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Nuova mostra a tema etrusco in arrivo a Milano. Giovedì aprirà i battenti “Spina etrusca e la città di Milano”, realizzata da Fondazione Rovati in collaborazione con il Comune di Milano e il Civico Museo Archeologico di Milano. Saranno esposti numerosi vasi attici a figure rosse, risalenti al V secolo a.C., rinvenuti come corredi funerari nelle migliaia di tombe scavate.

Spina etrusca e la città di Milano, la mostra

La mostra non finirà lì: il Museo civico archeologico, contemporaneamente, propone infatti presso la propria sede in corso Magenta l’esposizione di altri reperti provenienti sempre da Spina. In questa sede sarà anche sottolineato il ruolo attivo di Milano agli scavi. Tornando ai vasi (due crateri a colonnette, una Oinochoe trilobata, un cratere a campana e un Askos) furono rinvenuti nelle necropoli della città e testimoniano il ruolo fondamentale di Spina negli scambi con la Grecia.

Museo d’Arte

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Spina etrusca e la città di Milano, storia

Al di là del contributo dato agli scavi, Milano ha un rapporto con Spina che risale al luglio del 1957, quando in città arrivarono in tutto ventisei reperti ceramici, nell’ambito di una collaborazione che vide coinvolti il Comune di Milano, l’Ente Pro Spina e il Ministero della Pubblica Istruzione che allora aveva le competenze sui Beni Culturali oggi in capo al Ministero della Cultura.

Spina etrusca dopo Inside out

L’arte continua ad essere protagonista a Milano, in tutte le sue sfaccettature. Dai resti etrusci si passa alle opere contemporanee: “Ora tocca a voi”, l’installazione artistica di “Inside Out”, progetto ideato dell’artista francese JR è stata svelata questa mattina, in piazza Duomo. L’Arengario, sede del Museo del Novecento, e l’edificio gemello, futura estensione del museo stesso ospitano, da oggi, più di mille volti di anziani, ospiti di quaranta RSA italiane, fotografati l’estate scorsa dagli studenti dell’Accademia di Brera.

“Ora tocca a voi”, la presentazione

«Questa opera è particolare, perché tocca tre diverse dimensioni spaziali – ha detto Gianfranco Marianello, direttore Museo del Novecento – È un’opera fotografica e quindi bidimensionale ma si colloca su un’architettura e, perciò, guadagna lo spazio che, a sua volta, investe una piazza, quella del Duomo». Un’opera visivamente impattante che cristallizza un migliaio di visi in bianco e nero, sorridenti, stupiti, vanitosi e ironici, su una superficie di 700 metri quadrati.

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