Alle prossime elezioni comunali di Milano che con ogni probabilità saranno nel mese di ottobre potrebbe presentarsi anche il nuovo Partito Gay, il quale si propone come portabandiera delle istanze degli omosessuali. Tuttavia la nuova formazione politica spacca il mondo LGBT.
Critiche. «Siamo contrari a partiti così settoriali e mi spaventa l’idea di ragionare a compartimenti stagni. Una lista di questo tipo rischia di essere un passo indietro — osserva Luca Paladini, fondatore e portavoce dei Sentinelli di Milano —. Un “partito” attento solo ai diritti civili degli omosessuali non mi convince. Non voterei qualcuno solo perché ha il mio stesso orientamento sessuale, è troppo poco. Le battaglie sui diritti si tengono insieme».
Delle stessa opinione dei Sentinelli anche Massimo Mariotti, storico attivista milanese e fondatore del primo sportello di ascolto per i diritti Lgbt nel mondo del lavoro. «Capisco la provocazione – spiega in un’intervista al Corriere -, ma un’operazione di questo tipo significa di fatto abbandonare la politica per fare soltanto propaganda. Ormai si ragiona in termini di coalizioni e per fare politica davvero occorre anche una visione strategica: invece con un partito con il proprio candidato sindaco si rischia di sottrarre voti al candidato più vicino alle nostre istanze. E non dimentichiamo che, purtroppo, in Italia non possiamo contare su una destra liberale ma omofoba».
Mariotti lancia anche una provocazione: «Cosa dovrebbero dire le donne, che sono la maggioranza della popolazione ma faticano a trovare spazio in a politica? Vogliamo lamentarci noi? Piuttosto, dovremmo farci sentire, continuare l’azione di pressione sui partiti, agire dall’interno, gridare più forte. Indirizzando bene i nostri messaggi».