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20. 04. 2024 05:07

Comunali, la sfida degli outsider: chi sono i candidati oltre Sala?

Non solo Sala vs. Mister X del centrodestra: per la poltrona di sindaco di Milano ci sono già altri candidati in corsa

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Le competizioni elettorali di solito prevedono due, al massimo tre, candidati considerati attrezzati per diventare sindaco. Ci sono poi gli outsider, figure poco conosciute, sorrette da forze di secondo piano, che vivacizzano la campagna elettorale e magari riscuotono più consensi del previsto. Anche in questa occasione per loro sarà difficile ritagliarsi qualche spazio ma è comunque da ammirare il loro coraggio.

Festa (Partito Gay):«Sui diritti lgbt Sala ha fatto solo make up»

Avvocato, 46 anni, Mauro Festa è il candidato sindaco di Milano per il Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale: a Mi-Tomorrow spiega le ragioni della sua scelta.

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La tutela dei diritti è un tema politica, non crede sia improprio utilizzarlo nel campo amministrativo?
«No perché i diritti riguardano anche un ambito locale e quindi la gestione amministrativa».

Perché si candida a sindaco?
«Me lo ha chiesto la coalizione, ho accettato volentieri: abbiamo un programma molto ambizioso e innovativo».

Quale sindaco potrebbe essere?
«Credo che la gestione di una città sia come quella di un’azienda, per Milano questo discorso è ancora più pregnante. Io sono stato un manager, ho un approccio che mi porta a considerare sempre la competenza e l’efficienza».

La giunta Sala si è distinta per la sensibilità alle tematiche Lgbt, non rischiate di essere un doppione?
«No, Sala ha fatto bene alcune cose ma su tante altre non ha fatto abbastanza: sono mancate le cose concrete, si è limitato a fare make up».

Come pensate di colmare queste lacune?
«In questa città esistono ancora problemi di eguaglianza, di rispetto, di formazione delle persone, ecco perché c’è bisogno di noi».

Oltre che ambientalisti e solidali vi proclamate liberali: siete post ideologici?
«Non ci consideriamo né di destra né di sinistra, vogliamo affrontare i problemi senza condizionamenti, con un approccio empirico».

Parliamo di mobilità: le ciclabili sono di nuovo motivo di polemica.
«Ci vuole una soluzione non manichea, dobbiamo considerare che sono rischiose, che i parcheggi servono e che i commercianti hanno le loro ragioni».

L’ambiente?
«Il nostro riferimento è l’agenda Onu della sostenibilità ambientale».

Qual è il vostro obiettivo?
«Vincere, poi ci rimettiamo alle scelte dei milanesi che hanno sempre dimostrato di essere persone incredibili: noi garantiamo di avere persone che hanno le capacità di fare bene».

Mariani (Milano in Comune): «Estendere Area C»

Si è laureato in ingegneria e architettura pur sapendo che avrebbe dovuto sceglierne una come professione, un particolare che spiega come Gabriele Mariani, candidato sindaco di “Milano in Comune”, ami le scelte difficili come quella di guidare la sinistra radicale.

Quando ha iniziato a fare politica?
«Tardi, a 49 anni: mi sono iscritto al Pd, poi ho subito il periodo renziano finchè nel 2016 ho lasciato il partito».

Quale altro partito ha scelto?
«Nessuno ma ho continuato a fare politica, partecipando a diverse iniziative sul territorio e svolgendo diverse battaglie».

Con l’avanzare dell’età si diventa più moderati, lei sta facendo l’opposto.
«Sono etichette, io mi schiero a seconda del tema: sugli scali ferroviari non sono moderato perché l’accordo fatto da questa giunta e consiglio ha sottratto 350 milioni di euro ai cittadini».

Qual il giudizio sulla giunta Sala?
«E’ estremamente negativo sia per le scelte operate sia per la partecipazione che rivendica ma che è stata mistificata. Faccio un esempio, chi ha scelto il progetto di Piazzale Loreto? Quale giuria? Con quale trasparenza?».

Lei è critico sull’urbanistica, c’è da immaginare anche sulla mobilità.
«Durante l’amministrazione Moratti entravano in città 800 mila auto ora 1 milione, nonostante i proclami di Sala. Il Pm10 sfora i 70 giorni l’anno, il doppio di quanto consentito dell’Ue: l’unica cosa fatta è stato l’aumento dei biglietti».

Cosa proponete?
«Dare attuazione ai referendum del 2011: estendere area C ai limiti della città, utilizzare il trasporto privato per finanziare quello pubblico, sanzionare la sosta non residenziale».

Parliamo di un tema a voi caro: la casa.
«Intanto diciamo che la sussidiarietà non ha portato soluzioni, le case a canone agevolato sono solo una minima parte. Occorre uno sviluppo dell’edilizia pubblica finanziato da tasse sulle case sfitte e da maggiori oneri di urbanizzazione».

Il vostro obiettivo?
«Fare eleggere gente libera e con la schiena dritta».

 

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