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29. 03. 2024 01:23

Andrea Castrignano: «Adesso vedrete proprio tutto»

Cambia casa, vita, ma soprattutto cambia “media” Andrea Castrignano, che ripropone il suo format di successo da stasera su YouTube e sui social

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Gli addii non sono sempre struggenti. Quello di Andrea Castrignano a La5, che per 10 anni ha ospitato Cambio casa, cambio vita!, è «grato e pieno di emozione». Grato perché Mediaset «ha creduto nel programma dandogli spazio», pieno di emozione perché quello di Cambio casa, cambio vita!, spiega l’interior design milanese, «è un trasloco importante dalla tv al web dove sbarca da stasera con una puntata di 10-15 minuti alla settimana online dalle 21.30 in contemporanea su Facebook, Instagram TV, sul sito andreacastrignano.it e su YouTube dove ci saranno altri approfondimenti, oltre ai videoclip sui canali social».

Andrea Castrignano: «È arrivato il momento di adeguarmi a nuovi linguaggi»

Perché questo trasloco?
«Ho capito che era arrivato il momento di adeguarmi ai nuovi linguaggi esplosi in questo periodo di pandemia, cui io stesso mi sono appassionato. Ho capito che chi segue Cambio casa, cambio vita! vuole conoscere molti più dettagli e nei 50’ della puntata tradizionale non riuscivo a raccontarli tutti».

Quindi non è soltanto un cambio di “media”?
«E’ molto di più. Ogni ristrutturazione occuperà un mese intero di programmazione: mostreremo tutto, dalla progettazione alla riconsegna, coinvolgeremo di più i committenti, punteremo l’attenzione sulle difficoltà in corso d’opera senza i vincoli imposti dalla rete che, a volte, erano limitanti per un programma interamente finanziato dalle aziende».

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Non ti preoccupa il fatto di non poter più intercettare il pubblico della tv generalista?
«Ho a lungo riflettuto, ma oggi il web è trasversale e il lockdown ha portato anche le persone più agée ad appassionarsi. Il mio reality non è il Grande Fratello, ma un format di nicchia aspirazionale dedicato a chi vuole far diventare più bella la propria casa. Chi vorrà vederci ci troverà».

La gente ha ancora voglia di ristrutturare casa?
«Durante il lockdown in molti hanno deciso di renderla più funzionale, accogliente e bella. Complici i risparmi di un periodo in cui si è dovuto fare a meno di viaggi e altri svaghi, il settore dell’interior design non è stato per nulla penalizzato. E, siccome molte coppie scoppiano durante le ristrutturazioni, adesso più che mai vengo considerato l’incubo dei mariti!».

La prima protagonista della web edition di Cambio casa, cambi vita! sarà la casa tua e di tuo marito Federico. Sei stato il suo incubo?
«In realtà è stato più lui il mio incubo perché voleva mettere becco ovunque… E lo vedranno tutti. Tecnicamente non è stata una vera ristrutturazione, ma abbiamo voluto rendere unica la nostra casa. Unicità che, in questo momento storico, è la cosa che interessa di più alla gente».

L’antitesi del “modello Ikea”?
«Esatto, anche se l’Ikea è, a suo modo, iconica. Tutti, chi più chi meno, ci hanno comprato qualcosa. Il nostro cliente tipo è colui che, dopo una casa arredata all’Ikea, vuole qualcosa di più».

Che vogliono di più i milanesi?
«In questo momento ci chiedono di poter vivere gli spazi esterni: terrazzi, giardinetti, balconi. Desiderano cucine a vista e più spazio per la convivialità. Sono attenti all’ecosostenibilità anche se, poi, i costi di una casa green li spaventano e non è facile ottenere gli ecobonus».

Hai chiuso definitivamente con la tv?
«No, sto lavorando a un nuovo format commissionatomi da una rete che avrà al centro il design».

Il design sarà al centro del SuperSalone di settembre. Milano è pronta a rinascere?
«Sì, è stata dormiente troppo a lungo e il design, a differenza della moda, è inclusivo. Speriamo solo che, sanitariamente, vada tutto bene. Io ho già fatto le mie due dosi di vaccino Moderna e, confesso, mi sento sollevato».

Come ti senti, invece, davanti alle polemiche sul Ddl Zan contro l’omotransfobia?
«Cerco di usare la mia popolarità per trasmettere messaggi positivi. Io, ex eterosessuale, decisi di raccontarmi alla vigilia delle mie nozze con Federico quando lessi di un ragazzo messo alla porta dalla madre perché gay. Purtroppo, dal Nord al Sud, c’è ancora tanta omofobia, ci sono ignoranza e preconcetti. Molti considerano il mondo omosessuale una baracconata e, onestamente, io stesso non condivido alcune provocazioni estreme che possono irritare. Ma il trash non ha genere».

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