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20. 04. 2024 14:12

Arianna Bergamaschi torna in scena con Murder Ballad – Omicidio in rock

«Milano mi hai aiutata a crescere. Una storia di violenza, come la mia infanzia vissuta pericolosamente in Barona»

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Dopo il grande successo di critica e di pubblico della scorsa stagione, torna in scena la versione italiana di Murder Ballad – Omicidio in Rock, il musical statunitense ideato e scritto da Julia Jordan: la produzione Off-Broadway debutterà domani al Teatro Guanella con la regia di Ario Avecone e Fabrizio Checcacci. Nel cast italiano – in scena fino al 2 febbraio – Fabrizio Voghera, Ario Avecone, Myriam Somma e Arianna Bergamaschi.

 

 

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Arianna, da dove nasce questa sfida con il teatro off?
«Murder Ballad è lo spettacolo più attuale in circolazione, non potevo esimermi da questa sfida. Probabilmente non tutti hanno capito questa mia scelta, ma il rischio, per noi artisti, è una componente fondamentale del nostro lavoro. Non possiamo affidarci ai soliti titoli più noti, dobbiamo saper rischiare».

Il pubblico italiano è pronto per titoli del genere?
«Spettacoli come questi hanno bisogno di essere visti per essere poi considerati convincenti. Mai come in questo caso il passaparola di chi lo ha già visto può funzionare. È il rischio di queste produzioni».

Da milanese, consideri la tua città l’attuale capitale del teatro italiano?
«Senza dubbio. Prima lo era Roma, ma oggi tutte le produzioni – specialmente musical – partono da qui. Negli ultimi vent’anni è cambiata tanto. La gente che la vive la vede in formato europeo ormai, grazie al suo essere funzionale e comoda. Le altre città sono caotiche perché non hanno la nostra organizzazione».

Quanto è stata importante per la tua formazione?
«È stata fondamentale. Mia madre mi aveva iscritto alla scuola privata di danza più importante dei tempi come la California Dance Center, realtà come queste le puoi trovare solo a Milano».

Il teatro italiano è ancora al di sotto delle sue potenzialità?
«Una volta c’era una grande differenza tra le produzioni italiane e quelle internazionali: oggi con tutte le scuole di formazione presenti sul territorio ed il cuore e la passione che solo noi italiani sappiamo mettere nel nostro lavoro, è molto più facile azzardare un avvicinamento anche se qualcosa ancora manca».

Ovvero?
«La cultura del teatro. Le istituzioni culturali italiane non supportano questo campo come dovrebbero e le conseguenze si vedono purtroppo, perché il teatro oggi è considerato “di nicchia” ed invece può essere uno strumento valido per portare in scena la nostra attualità, come fa Murder Ballad ad esempio».

Attualità anche per le tematiche legate al tema della violenza.
«Nella vita di ognuno, in special modo per le donne, ci sono degli eventi che segnano la propria esistenza: in questo spettacolo c’è di tutto, dal tradimento alla violenza verbale e fisica di un uomo. Ho capito come affrontare queste tematiche guardando indietro nel tempo».

Qualche ricordo dolente?
«La mia infanzia trascorsa nel quartiere Barona non è stata delle migliori. Ho vissuto la Barona in cui era pericoloso camminare per strada. Provengo da una famiglia di “media borghesia” che abitava in un’isola felice situata tra due quartieri che mostravano spesso il proprio odio attraverso una serie di episodi anche forti».

Per esempio?
«Ricordo che quando andavo a scuola mi capitava di essere fermata per strada e invitata a consegnare le mie scarpe nuove, o il mio giubbotto. Non avevo scelta, non era facile vivere in quelle zone ai tempi, a scuola alcuni miei compagni andavano in giro con i coltelli in tasca per difendersi».

Senti di essere stata segnata da episodi del genere?
«Esperienze così mi hanno aiutata a crescere prima e a forgiarmi una certa corazza. Sono cresciuta con la voglia di emergere come quella di molti miei amici, di cui non so molto ora. Non so nemmeno se sono ancora vivi. Nonostante tutto sono contenta di essere cresciuta lì, mi ha dato la forza di superare tutte le sfide della vita».

Oggi è cambiato qualcosa?
«Le periferie di una volta oggi non esistono più. Vivo oggi in zona Giambellino e noto quanto sia cambiata nel suo aprirsi verso una natura in continuo movimento tra Tortona e Navigli. La moda ha aiutato molto negli ultimi venti anni, oggi la periferia è diventata trendy-chic, grazie alle sue zone industriali riqualificate con un respiro nuovo ed eccitante».

Da domani fino al 2 febbraio alle 21.00
Teatro Guanella
Via Duprè 19, Milano
Biglietti: 28 euro su happyticket.it

La moda ha aiutato molto negli ultimi venti anni, oggi la periferia è diventata trendy-chic, grazie alle sue zone industriali riqualificate con un respiro nuovo ed eccitante

 

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