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23. 04. 2024 17:17

Mi-Tomorrow al Festival del Cinema di Venezia: il nostro punto di vista

Ecco l'analisi dei film in concorso al Festival internazionale del Cinema di Venezia

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Mi-Tomorrow è presente per la prima volta al Festival del Cinema di Venezia. Ecco le nostre opinioni su alcuni dei principali film della Rassegna.

MADRES PARALELAS (CONCORSO)

TRAMA – Due donne condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono entrambe single e al termine di una gravidanza inattesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.

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Il film d’apertura di Venezia 78 non delude. Di ritorno in concorso al Lido dopo trent’anni, Pedro Almodovar con Madres Paralelas ha intrecciato la storia di due maternità, quelle di Janis (Penelope Cruz) e Ana (Milena Smit), con il passato fosco della Spagna. Solita cura nella messa in scena, interpretazioni di altissimo livello. Una struggente riflessione sull’importanza della memoria, tra i più solidi candidati al Leone d’Oro.

VOTO: 8

LES PROMESSES (ORIZZONTI)

TRAMA – Clémence, impavida sindaca di una città vicino a Parigi, sta completando l’ultimo mandato della sua carriera politica. Insieme al suo fedele braccio destro Yazid, ha combattuto a lungo per questa città afflitta da povertà, disoccupazione e padroni di topaie privi di scrupoli. Tuttavia, quando le viene offerta la prospettiva di diventare ministro, la sua ambizione prende il sopravvento, facendo vacillare la devozione e l’impegno nei confronti dei suoi cittadini. Riusciranno la sua integrità politica e le sue promesse elettorali a sopravvivere a questa nuova ambizione?

Dopo l’ottimo La meccanica delle ombre, passato anche dal Torino Film Festival, Thomas Kruithof fa il suo esordio al Festival di Venezia aprendo il concorso di Orizzonti. Les promesses forse è un passo indietro rispetto alla sua opera prima, ma resta un film da non perdere di vista. C’è qualche pecca in sede di sceneggiatura, ma le interpretazioni di Isabelle Huppert e Reda Kateb valgono il prezzo del biglietto.

VOTO: 6

THE POWER OF THE DOG (CONCORSO)

TRAMA – Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto alle persone attorno a lui. Quando il fratello porta a vivere nel ranch di famiglia la nuova moglie e il figlio di lei, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.

Il nuovo film di Jane Campion, Palma d’oro al Festival di Cannes con Lezioni di piano, è una delusione. Un western tossico tratto dal celebre romanzo di Thomas Savage che non riesce mai ad ingranare. I minuti passano ma elettrocardiogramma piatto. Un peccato considerando il materiale tra le mani e, soprattutto, il cast ricco di star. Spicca ovviamente Benedict Cumberbatch, duro e feroce nei panni di Phil. Mezzo voto in più per la fotografia di Ari Wegner, alcune sequenze sono davvero eccezionali a livello visivo.

VOTO: 4,5

ATLANTIDE (ORIZZONTI)

TRAMA – Daniele è un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, che lo porti in testa alla classifica. Ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente.

Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Se questo è l’inizio… L’opera prima di Yuri Ancarani si iscrive al lungo elenco di docufilm diretti da giovani registi italiani negli ultimi anni e il suo spicca per originalità e brillantezza. Prendendo spunto da un fatto di cronaca, Atlantide segue la vita vera di questi giovani veneziani, entrando in contatto con il loro mondo, dalla musica alle imbarcazioni, ricordando per certi versi il cinema di Roberto Minervini. Bravo Ancarani a osare, senza mezze misure.

VOTO: 6,5

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