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20. 04. 2024 02:27

Il Terzo Segreto di Satira nelle sale con Domino 23: «La crisi del cinema si vince incontrando il pubblico»

Il gruppo comico sul grande schermo: «Milano è una città dal forte imprinting comico»

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Nuovo progetto per Il Terzo Segreto di Satira uscito ieri al cinema: parliamo di Domino 23 – Gli ultimi non saranno i primi, uno special satirico non a episodi, ma a intrecci. Un film che gioca con generi e formati, dialogando col pensiero comune che corre sui social network. Un “All Star Game” cialtronesco-satirico con protagonisti più di trenta tra attori e comici, oltre ai “magnifici 5”: i milanesi Pietro Belfiore, Davide Bonacina e Davide Rossi, il mantovano Andrea Fadenti e il comasco-svizzero Andrea Mazzarella.

Il Terzo Segreto di Satira sbarca al cinema

Com’è nata l’idea di questo special satirico?
«L’idea di Domino23 è nata perché avevamo l’esigenza di comunicare il nostro pensiero sui tempi che corrono. Un periodo in cui, tematiche universali come inclusione, rispetto dell’ambiente, immigrazione, politicamente corretto e mass media sono inserite nel contesto di un Paese dove c’è la prima premier donna alla guida di un governo di destra: è tutto un bel “mondo”, insomma, in cui esprimere nostro punto di vista».

Quanto è difficile fare il vostro mestiere con il politically correct imperante?
«Noi siamo un po’ una voce fuori dal coro perché la frase “non si può più dire niente”, non ci appartiene minimamente. Anzi, al contrario crediamo che chiunque possa dire quello che vuole. Ciò che è cambiato è la maggiore attenzione a sensibilità che fino a qualche tempo fa venivano ignorate e che invece oggi sono protagoniste del dibattito pubblico, sociale o politico che sia. E questo è indubbiamente un bene».

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il terzo segreto di satira

Però…
«Dall’altra parte, crediamo che si possa fare comicità, battute, satira, su tutto, su qualsiasi argomento, anche sui temi più spinosi o delicati. E per farlo bisogna sì tenere conto delle suddette sensibilità: se si vuole fare i “provocatori” bisogna avere contenuti solidi. La parte che può risultare offensiva deve essere comunque al servizio della storia che si vuole raccontare e non l’oggetto della risata. In sintesi, il problema non è ridere dell’argomento “X” o “Y”, ma farlo in maniera offensiva e priva di contenuti.

In dodici anni siete diventati punto di riferimento dell’umorismo milanese: che percorso è stato?
«Per noi è stato un percorso di crescita personale e professionale, dato che siamo partiti da cortometraggi di cinque minuti, pubblicati on line quasi per gioco. Nella fattispecie uno dei nostri primo video, forse quello che ci ha dato la spinta per iniziare il tutto in maniera professionale, riguardava proprio il ballottaggio per il futuro sindaco tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia; un video che ci ha permesso di mettere il piede dentro il panorama comico milanese e nazionale».

E non vi siete più fermati…
«Con il tempo, dai video brevi online, che continuiamo a fare in maniera più sporadica, siamo riusciti a dedicarci ad apparizioni televisive, alla serialità, al teatro, all’editoria e anche al cinema, cercando sempre di mantenerci fedeli al principio base del nostro gruppo: se abbiamo qualcosa da dire facciamo un video e se quello che stiamo dicendo fa ridere noi cinque, allora fa ridere anche gli altri. Milano poi è stata ed è tutt’ora il posto perfetto perché se a Roma si respira indubbiamente l’aria del cinema, a Milano vale lo stesso per la comicità. È una città con un forte imprinting comico, con una grande storia di locali (dal Derby in poi) e con una spiccata vena comica agrodolce, malinconica, che rappresenta appieno sia la città che il nostro umorismo».

Vi spaventa il momento di difficoltà del settore cinematografico?
«Sì, ma forse è indicativo del fatto che bisogna fare qualcosa in più; che autori, registi, e soprattutto produttori, devono assumersi qualche responsabilità e rischio in più, provando a raccontare storie che creino davvero interesse nei confronti del pubblico, che è molto meno stupido di quanto si pensi. Le piattaforme inoltre hanno creato una concorrenza difficilmente battibile, non tanto in termini di qualità, ma di varietà di offerta di prodotti. Aggiungiamoci poi la pandemia e l’innegabile comodità di guardarsi quello che si vuole a casa propria con schermi di altissima qualità, e siamo arrivati alla crisi del cinema».

Voi farete un vero e proprio tour.
«Dal nostro punto di vista la soluzione potrebbe essere quella di trasformare l’uscita di un film al cinema non solo come la semplice proiezione, ma soprattutto come un momento di incontro tra il pubblico e autori, i registi e gli attori. Creare insomma una esperienza che possa avvicinare il cinema al concetto di “live”. Nella pratica, l’uscita di Domino23 sarà accompagnata da un tour dove noi saremo presenti in ogni sala, a ogni proiezione, a volte accompagnati da parte del cast, ma sempre con lo scopo preciso di creare un momento reale di incontro e di scambio con gli spettatori, prima e dopo la proiezione».

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