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25. 04. 2024 22:52

I Legnanesi: «Il nostro nuovo spettacolo sarà un omaggio agli eroi degli ospedali»

Parleremo di coronavirus? Il nostro è uno spettacolo che deve far divertire e dimenticare le preoccupazioni quotidiane

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I Legnanesi avevano in programma a Milano, per lo spettacolo Non ci resta che ridere, date  fino all’8 marzo e poi, ad attenderli, la tournée di due mesi. Invece, come tutto il mondo del teatro, si sono fermati domenica 23 febbraio al Teatro Repower (ex Teatro della Luna). «L’ordinanza che chiudeva i teatri – racconta Antonio Provasio, anima della compagnia –  era stata emanata nella tarda mattinata e noi abbiamo annullato la pomeridiana: anche se c’erano oltre 1500 persone, non ce la siamo sentiti di rischiare. Sono uscito e sono andato a spiegare alla gente cosa stava accadendo».

 

 

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«Confidiamo in settembre per recuperare le date perse, ma se non sarà possibile archivieremo i nostri costumi in magazzino e ci dedicheremo al nuovo spettacolo. Parleremo di coronavirus? Il nostro è uno spettacolo che deve far divertire e dimenticare le preoccupazioni quotidiane, per cui non lo ricorderemo nella trama, ma sicuramente inseriremo un omaggio a tutte quelle figure che si sono dimostrate i veri eroi di questo periodo drammatico: il personale sanitario. È doveroso che venga fatto loro un omaggio.
Ma non mancherà il cortile come sempre avrà una parte rilevante nello spettacolo perché lì risiedono le nostre radici e quelle della famiglia Colombo. Mia moglie Mitia ed io abbiamo iniziato a mettere su carta le prime idee».

«Il leader dei Legnanesi fa presente al suo pubblico di aver aperto una linea telefonica: chi vuole parlare con noi, si prenoti sui nostri account Facebook o Instagram. E un giorno alla settimana io, la Mabilia e il Giovanni chiamiamo una trentina di persone. È una piccola cosa, ma può fare piacere fare due chiacchiere con noi».

Intanto, bisogna restare a casa. «E’ importante far cessare il contagio e rispettare l’ordinanza del governo di non muoversi da casa. Questa malattia è terribile: io soffro di allergie primaverili e so cosa significa trovarsi senza fiato, respirare a fatica. Ma per me è cosa transitoria, che conosco e che posso curare. Chi si ammala invece non sa a cosa va incontro, nei casi più gravi si può ritrovare in ospedale, solo, senza l’affetto dei propri cari».

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