Liz Climo: «Le mie vignette come l’amicizia»

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L’amicizia raccontata da un buffo universo di animali parlanti in modo profondo e commovente. Un’aragosta al giorno è il nuovo libro della fumettista americana Liz Climo, che dopo il successo de Il piccolo mondo di Liz, ha presentato a Milano il suo volume edito da BeccoGiallo. «E’ da quando sono bambina che sogno di disegnare fumetti», rivela l’autrice californiana a Mi-Tomorrow.

Perchè Un’aragosta al giorno?
«Nel titolo originale la pronuncia della parola l’aragosta è simile a quella della parola risata e quindi c’era il gioco di parole della risata come miglior medicina. In Italia è stato tradotto riprendendo un famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”, come una cosa che quotidiaamente fa bene all’anima».

In questo libro parli di amicizia, puoi darci qualche chicca?
«La cosa più bella e interessante che i lettori troveranno nel libro è che le vignette sono molto empatiche, molti probabilmente le persone leggeranno il libro e diranno: “questo sono io, questo mi ricorda lui…”. Penso sia un po’ il senso dell’amicizia, quello di essere empatici, di essere in relazione tra le persone».

Quali sono l differenze con il primo libro?
«Qui ho preso molto più confidenza con il disegno dei miei personaggi, anche perchè il primo Il piccolo mondo di Liz conteneva solo post fatti online, mentre questo ultimo volume contiene delle vignette fatte appositamente».

Come hai deciso di diventare fumettista?
«E’ da quando sono bambina che sogno di disegnare fumetti, poi ho cominciato a lavorare nel mondo dell’animazione nei cartoons, tenendo il disegno come un hobby, fino a farlo diventare un mestiere. Per raccontare le mie storie poi traggo ispirazione dalle piccole cose del quotidiano».

Hai disegnato anche per i Simpson, come è stato?
«Quando ho iniziato era un sogno che diventava realtà per me, inizialmente dovevo pizzicarmi per capire che era vero. E’ stato bellissimo ma lavoravo tanto sempre e solo come disegnatrice, mai scrivendo i testi ed è una cosa che mi mancava. Ho smesso di lavorare per i Simpson proprio per essere autrice completa, disegnando e scrivendo i miei testi».

Come mai in Italia hai scelto Milano per presentare il tuo libro?
«Perchè è una città molto importante e sono molto contenta e onorata di essere qui, è il contesto giusta per presentarlo. Ancora prima di venire a Milano mi aspettavo una città molto metropolitana e così è stato, la trovo anche molto simile a New York e a Parigi, sicuramente di grande ispirazione».