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06. 10. 2024 00:55

Scala le classifiche Ogni bene: Valentina Parisse, Space One e la fine delle relazioni ai tempi della quarantena

«Nessun rancore, la vita va avanti». I due cantanti si raccontano, per la prima volta, in un’inedita intervista a due

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È attualmente in rotazione radiofonica e in tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Valentina Parisse Ogni bene, featuring d’eccezione con il rapper milanese Space One.

 

Ogni bene: il racconto della fine delle relazioni ai tempi della quarantena

Valentina Parisse - Ogni bene
Valentina Parisse – Ogni bene

Valentina, terminata la quarantena molte persone hanno deciso di separarsi. È da qui che è nato Ogni bene?
«Ho cominciato a scrivere prima del periodo di quarantena partendo da esperienze personali, ma è proprio in quelle settimane che ha assunto una importanza ancora più profonda per me, visto quello che mi stava succedendo attorno».

A chi è rivolto?
«In parte a tutti coloro che sentono le difficoltà sociali e interpersonali che il lockdown ha creato e che li ha costretti a dare un taglio a quello che in passato non li ha resi davvero felici. Le strade possono cambiare e le ferite possono essere lasciate alle spalle. Nessun rancore, nessun odio: andare semplicemente avanti più consapevoli di ciò e chi si vuole davvero al proprio fianco».

Da autrice, credi che si stia facendo abbastanza per tutelare le “quote rosa” della musica?
«Come donna, amica e collega di tantissime musiciste che condividono la mia stessa passione per quello che facciamo, credo proprio di no. Gli spazi sono ancora minori rispetto alla presenza maschile. Per me non è una questione di pari opportunità: se una donna viene discriminata, è una sconfitta per tutta la società».

A Sanremo 2020, però, hai avuto una bella opportunità con Michele Zarrillo.
«Partecipare in veste di autrice mi ha permesso di vedere tanta attenzione verso il tema femminile, poi su un palco così importante. Queste sono le cose che contano in chiave futura».

Che rapporto hai con Milano?
«Sono sempre stata affascinata da questa incredibile città fatta di tante sfumature. Gran parte del mio lavoro parte proprio da qui e spesso mi capita di perdermi un po’ per le strade di Brera, la mia zona preferita, sedermi a bere un caffè e rilassarmi. Non le manca nulla per essere alla pari di tante altre capitali musicali europee e il fermento creativo che emana in questi ultimi anni, lockdown a parte, va proprio in questa direzione».

Space, come vi siete scelti tu e Valentina?
«Ci siamo conosciuti ad All Together Now, entrambi in veste di giudici. Da lì siamo rimasti in contatto. Un giorno mi ha mandato il provino del brano da ascoltare: dopo pochi secondi avevo già capito che Ogni bene sarebbe diventata una hit».

Il rap milanese non accenna a perdere la sua forza. Tu sei stato uno dei primi a crederci.
«Ho iniziato nel 1986, lo conosco molto bene. Milano, come ogni grande metropoli multiculturale, ha abbracciato da subito l’hip hop e ha visto sviluppare lo stile del rap che, ancora oggi, si riconosce nei testi di tutti quelli nati e cresciuti nelle periferie. Si riporta la vita quotidiana dei quartieri più poveri verso il jet set della movida, poi nelle posizioni più alte delle classifiche».

La nuova generazione sarà in grado di mantenere questo livello?
«Nonostante abbia perso la matrice hip hop mantenendo solo quella del rap, è riuscita a mantenere la sua presenza nei brani più trasmessi e streammati, semplificando molto i contenuti dei testi e rendendoli accessibili anche ai più giovani. Tutto questo ha aiutato la trap, aggiungendo melodie ed effetti tecnici moderni, come l’autotune. Di certo rimpiango la “golden age”, ma ogni forma di musica è arte e quindi di mio gradimento».

Come hai visto cambiare la “tua” Milano in queste settimane di quarantena?
«Milano è stata a lungo irriconoscibile nel periodo più buio del Covid e solo ora riprende parte della sua personalità di città movimentata e produttiva. Ha vissuto il periodo con grande coraggio e responsabilità. Spero vivamente che si risolva tutto molto presto e che le vittime trovino aperte le porte del paradiso perché l’inferno l’hanno vissuto qui».

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