#Milanochelegge: da Ragioni per vivere a L’animale che mi porto dentro

Ragioni per vivere
Ragioni per vivere

Scritto da una donna

Amy Hempel, Ragioni per vivere, SEM (380 pagine, 14 euro)

Una delle maestre della short story americana rivive grazie all’editore SEM: torna così nelle librerie italiane Amy Hempel, che fa sua la lezione di Raymond Carver e Grace Paley proponendo una limatura continua della lingua utilizzata per descrivere spaccati di vita, spesso interiore, spesso completamente legati alla gestualità e alla visuale che alle parole.

Tiziano Sclavi e Werther Dell’Edera, Le voci dell’acqua, Feltrinelli Comics (96 pagine, 16 euro)

C’è chi dice che in fondo Tiziano Sclavi di “graphic novel” ne abbia sempre scritte, anche se il termine non era ancora così abusato nel mercato editoriale. Certo è che oggi, con la pubblicazione per Feltrinelli Comics di questo titolo, possiamo riconoscere sicuramente al geniale ideatore di Dylan Dog anche l’aver scritto anche una graphic novel. Le voci dell’acqua è il racconto di una pazzia, forse collettiva, forse di un solo uomo incastrato nella sua schizofrenia.

Massimo Arcangeli, Sciacquati la bocca. Parole, gesti e segni dalla pancia degli italiani, Il Saggiatore (387 pagine, 22 euro)

Non fatevi ingannare dalla copertina: questo è un vero e proprio saggio di linguistica che analizza la lingua “viva”, quella parlata e sboccata, che esprime le peggiori intenzioni. Una parte del volume è anche dedicata ai gesti che solitamente accompagnano tutto il campionario di volgarità di cui si è capaci. Un saggio che intende far notare quanta ricchezza si nasconde anche dietro il più truce dei turpiloqui.

Francesco Piccolo, L’animale che mi porto dentro, Einaudi (240 pagine, 19,50 euro)

Chiamala se vuoi autofiction, chiamala se vuoi ritratto di un maschio bianco eterosessuale meridionale: Francesco Piccolo, con la scusa di raccontare la sua giovinezza vissuta nella Caserta degli anni ’70, sublima l’esperienza a un livello successivo per far sì che la sua storia diventi quella di tutti gli altri maschi bianchi eterosessuali. Lo fa descrivendo il ragazzo che diventa uomo sotto lo sguardo, giudicante, di altri ragazzi che insieme a lui diventano uomini, con la metafora particolarmente efficace dell’essere detenuto e allo stesso tempo sorvegliante

Mi-Tomorrow || Leggi. Milano. Domani.