Anche i giapponesi licenziano, Fujitsu annuncia duecento esuberi

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Fujitsu saluta l’Italia. La multinazionale giapponese, specializzata in servizi tecnologici alle imprese, ha annunciato una riorganizzazione globale che mette a rischio 150 posti di lavoro a Milano e altri cinquanta a Roma. L’Italia, infatti, è stata “declassata” insieme alla Grecia e alla Repubblica Ceca, considerate aree di minor interesse dall’azienda.

Dopo una prima manifestazione di fronte al consolato giapponese lo scorso mese, domani, alle 10.30, i lavoratori milanesi si raduneranno in piazza San Babila per un presidio e un flash-mob di sensibilizzazione sulla loro situazione. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, supportati dalla Regione Lombardia, hanno già chiesto l’apertura di un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico.

Per ora dalla Fujitsu sono arrivate solo poche parole in uno scarno comunicato ufficiale: «Abbiamo annunciato che concentreremo le nostre risorse dirette nei mercati che più supportano la nostra idea di crescita basata sui servizi ad alta tecnologia, siamo interessati a mitigare l’impatto sociale di questo cambiamento attraverso il dialogo con i sindacati e le autorità competenti».


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