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08. 05. 2024 08:40

Treni in Lombardia, stato di abbandono: maglia nera per disservizi, guasti, ritardi e mancanza di fondi

Dal rapporto di Legambiente emerge l’abbandono dei treni da parte di chi si sposta ogni giorno per lavoro. Inatteso? No. Proviamo a capire qualcosa in più di quello che già vediamo, ogni giorno

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Se l’obiettivo è far tornare a bordo dei treni in Lombardia il numero dei passeggeri pre-pandemia, siamo ancora ben lontani dal raggiungerlo. Nonostante il dispiegamento di mezzi di trasporto ferroviario, il più grande d’Italia, in Lombardia resta necessario dedicarsi soprattutto alla qualità del servizio pubblico su rotaia. A confermarlo, i dati di Pendolaria 2023 di Legambiente.

Treni in Lombardia, uno su cinque in meno

Secondo il documento, che traccia l’andamento del trasporto pubblico ferroviario, in Lombardia un viaggiatore su cinque non usa più il treno come mezzo di trasporto dopo la pandemia, con un -30,5% di passeggeri in meno rispetto al 2019 e una perdita complessiva di 150mila pendolari. Tra i motivi di questo abbandono non c’è solo la paura del contagio da Covid 19, ma pesano come macigni i disservizi delle linee ferroviarie e il conseguente malcontento dei pendolari lombardi.

Treni in Lombardia, il caso della Milano-Mortara

Situazione particolarmente negativa nel Pavese, con ben tre direttrici ferroviarie tra le linee peggiori della nostra Regione: la diramazione secondaria tra Voghera e Stradella, la ferrovia Mortara-Vigevano-Abbiategrasso-Milano – che in potenza potrebbe trasportare 100mila pendolari, ma che a causa di frequenti ritardi e soppressioni in tratte ancora a singolo binario arriva solo ai 16mila attuali – e il mancato raddoppio della tratta tra Albairate e Mortara, opera ferma per mancato finanziamento.

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Treni in Lombardia, ritardi e soppressioni

Sempre a proposito di disagi causati da ritardi e soppressioni, tra le situazioni più critiche Pendolaria evidenzia la Milano-Lecco-Sondrio, la Brescia-Cremona e altre tratte. Le conseguenze sono facili da intuire: meno passeggeri sui treni che invece occupano le strade con le auto e quindi più smog. Non basta aver ringiovanito e accresciuto il parco rotabile, con una crescita di 100 unità rispetto al 2020, bisognerebbe utilizzare al meglio il sistema ferroviario già presente così da evitare fino a 200mila viaggi in auto al giorno.

Treni in Lombardia, cinque domande a Barbara Meggetto (presidente Legambiente Lombardia): «Serve un piano ambizioso per rendere il servizio accettabile»

Katia Del Savio

«Da una parte c’è ancora un residuo della pandemia che mette in allarme i passeggeri. Dall’altro con l’introduzione dello smart working molti pendolari non viaggiano tutti i giorni – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Certo è che se si prende il treno tre volte a settimana e per due volte si viaggia malissimo o si arriva in ritardo il risultato è che si intasano le autostrade per arrivare a Milano in orario».

Quali sono le principali soluzioni che Legambiente suggerisce per far tornare i lavoratori a utilizzare i treni in Lombardia?
«Per ottenere i numeri del pre-pandemia Regione Lombardia e Trenord devono rendere il servizio accettabile: se i treni sono strapieni, se arrivano in ritardo, se ci sono continuamente dei guasti, e soprattutto se ci sono linee che da anni risentono di problemi non risolti, come la Milano-Mortara o la Brescia-Cremona, diventa difficile».

Quali sono gli interventi più urgenti e i disservizi da sistemare in Lombardia?
«Oltre al rafforzamento di alcune linee bisogna innanzitutto migliorare il servizio già esistente. Ad esempio le associazioni di pendolari ci hanno spiegato che alcuni treni nuovi sono più corti: ciò significa avere una maggior concentrazione di persone, costrette a rimanere in piedi. Prima ancora di chiedere ai pendolari di usare i mezzi e di abbandonare l’auto, bisogna dare un servizio all’altezza della capillarità della rete. Serve un piano più ambizioso, che metta insieme la ferrovia, che è un sistema rigido, con le autolinee, che rappresentano un sistema un più flessibile, e con la capacità di estendere linee come quella delle tranvie, come è stato fatto in alcuni territori».

È vero che fra le soluzioni suggerite di aprire il servizio ferroviario lombardo alla concorrenza?
«Noi abbiamo una società, Trenord, direttamente controllata dalla Regione, che fa i piani e dispone dei finanziamenti. La combinazione delle due cose è evidente che ha dei limiti. Siamo in presenza di problemi molto più grandi di un treno che non funziona e che non arriva in orario: dobbiamo cambiare il nostro stile di vita per cercare di ridurre l’inquinamento. Nessuno vuole svendere “i gioielli di famiglia”, però se non c’è una soluzione, o si dà un segnale che le cose stanno cambiando o suggeriamo un cambio di passo più generale».

A Milano si vedono già i primi risultati positivi sul traffico e sull’inquinamento dopo l’apertura della prima tratta della M4?
«Con l’inquinamento non c’è correlazione perché è tutta la Pianura Padana a essere sotto scacco e il problema dovrebbe essere affrontato su larga scala. Sicuramente la linea, da quando è stata aperta, ha ottenuto dei buoni risultati. E’ inoltre notizia di questi giorni che persino una pista ciclabile come quella di corso Buenos Aires tanto criticata ha permesso almeno 10 mila passaggi di biciclette, il che vuol dire che altrettanti viaggi in auto non si sono fatti».

Di recente un cittadino ha fatto causa al Comune di Milano e a Regione Lombardia denunciando di essersi ammalato per l’inquinamento. Cosa dovrebbe fare Milano per migliorare la situazione?
«Dovrebbe proseguire prendendo esempio dalle grandi città europee. Quando si va a Barcellona o Berlino ci si accorge che manca qualcosa: ovvero le auto in sosta e il traffico».

Treni in Lombardia, le voci da Milano

Edoardo Colzani

«Treni troppo affollati: aumentate le corse»
Gerardo Apicella
55 anni, giornalista
«Uso il treno soprattutto per svago, perché lavoro vicino a casa e posso muovermi in bici. Sono della provincia di Como e frequento la tratta Como-Milano per venire a eventi o mostre. In generale rispetto la mia esperienza trovo che i treni siano abbastanza puntali, ma sono sempre parecchio affollati. Dovessi dare un consiglio, sarebbe quello di aumentare le corse, per il resto mi ritengo soddisfatto».

«L’app di Trenord è poco affidabile»
Simone Pasquino
21 anni, studente
«Prendo regolarmente la tratta Como-Molteno-Lecco per motivi di studio. All’andata prendo il treno alle 8.15 che è sempre affollato, mentre al ritorno la situazione è migliore. Ho l’abbonamento mensile e utilizzo anche l’app Trenord, ma questo servizio deve dire che non è del tutto affidabile. Spesso, infatti gli orari segnalati dall’app e quelli in stazione non coincidono, così ho rischiato di perdere il treno».

«Igiene e servizi flop sulla Novara-Milano»
Ingrid Tettamanti
18 anni, studentessa
«Utilizzo spesso la linea Novara-Milano per vedermi con le amiche o fare shopping a Milano. Se potessi scegliere eviterei di prendere il treno. I convogli sono poco puliti, e a volte mi sento poco sicura ad aspettare in stazione. Inoltre in certe stazioni mancano i servizi fondamentali. Settimana scorsa a Trecate, la macchinetta per fare i biglietti era rotta ed essendo di fretta ho preso lo stesso il treno. Risultato: mi hanno dato la multa!»

«Nonostante tutto, meglio il treno dell’auto»
Stefano Uboldi
35 anni, impiegato
«Prima utilizzavo tutti i giorni il treno da Saronno per recarmi al lavoro ad Assago. Negli ultimi mesi però mi hanno dotato di macchina aziendale. Potessi scegliere però, nonostante il dover recarmi in stazione con la mia macchina, il treno spesso affollato, e il dover prendere anche la metro, userei ancora il treno. Sui mezzi ho modo di rilassarmi e leggere, in auto con il traffico delle ore di punta arrivo al lavoro già stressato».

«Sulla Milano-Como mi sento poco sicura»
Beatrice Caniggia
40 anni, designer
«Uso giornalmente la tratta Milano-Como per lavoro. Una delle criticità è la sicurezza. Durante il tragitto, anche quando lo uso la mattina, alla fermata di Cadorago, capita che salgano dei soggetti poco raccomandabili: vicino a quella stazione c’è il cosiddetto “parco dello spaccio”. Raramente però vedo il personale a controllare. Inoltre sui convogli c’è scarsissima igiene. L’ultimo aspetto è la puntualità. Più di una volta sono arrivata al lavoro in ritardo».

«Il passante ferroviario è molto migliorato»
Emanuele Ronchi
40 anni, Impiegato
«Per lavoro prendo il passante ferroviario S9 da San Cristoforo a Lambrate e posso dirmi moderatamente soddisfatto del servizio. Nonostante lo utilizzi in orari di punta, riesco spesso a sedermi. Ho l’abbonamento e quasi tutte le mattine passano i controllori per i vagoni. Rispetto a quando ho iniziato a utilizzare i treni, ormai quasi vent’anni fa, il servizio è molto migliorato. Certo, dalle 9.00 di sera in poi stare da soli in stazione non è molto raccomandabile».

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