Vince Beppe Sala. E c’erano davvero pochi dubbi che ciò accadesse. Non poteva che andare così di fronte all’inconsistenza di una proposta alternativa, quella che il centrodestra ha provato a buttare sulle spalle del dottor Luca Bernardo, che si è trovato a svolgere il ruolo di agnello sacrificale in una partita senza storia.
Un risultato già scritto: Beppe Sala ancora sindaco
E lo storico astensionismo dei milanesi si cela senza dubbio proprio tra l’elettorato di centrodestra ritrovatosi smarrito, senza idee e senza rappresentanza. Ci sarà il consueto balletto sulle colpe e sulle responsabilità che poco importano a Milano in quanto città come al solito in grado di andare oltre la politica e i politici, guardando al sodo che Sala ha incarnato nel mezzo di una prateria.
Dopo Gabriele Albertini è proprio l’ex uomo Expo a fregiarsi di una elezione per il secondo mandato, anche lui senza andare al ballottaggio. Il centrosinistra, pur diverso da quello di dieci anni fa, mette a segno la terza vittoria consecutiva a Milano (dopo Giuliano Pisapia e il primo quinquennio di Sala) e accarezza così la possibilità di giocarsi la partita della Regione Lombardia in programma tra un anno e mezzo.
Una scadenza che coinciderà con le elezioni politiche: snodo cruciale per il futuro del Paese che mai come oggi poggia sulla guida di un uomo che – come un operaio col trapano in mano e le cuffie nelle orecchie – non si scomoda per guardare i risultati dello scorso fine settimana.
La vittoria della stabilità – come avevamo pronosticato venerdì scorso su queste pagine – era già scritta. Unica nota ancora milanese: si va verso una mappa dei nove Municipi tutti a guida centrosinistra. Uno dei pochi dati nuovi.