L’Europa che ci piacerebbe per Megalizzi

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Mille borse di studio finanziate dal Parlamento Europeo per onorare la memoria di Antonio Megalizzi. E’ la proposta alla quale convintamente dovrebbe associarsi all’unanimità tutto il mondo della stampa per ricordare, purtroppo ancora una volta, un giornalista vittima “sul campo”. Andrea Fioravanti, amico e collega del reporter italiano rimasto ucciso nell’attentato terroristico di martedì scorso a Strasburgo, ha voluto lasciare un ricordo toccante di uno dei tanti cronisti che uniscono passione e professionalità per mettere in atto l’arte del racconto. In un’epoca in cui troppo spesso i giornalisti vengono appellati come “pennivendoli” o ancora peggio “puttane”, sarebbe il caso di fermarsi a riflettere su come le parole volino analogamente alle pallottole di chi preme grilletti in nome della religione.

Non perdiamo, dunque, il focus di chi debbano essere i “nemici” di turno da combattere. Il fondamentalismo non sarà sconfitto da articoli di giornale, da libri, da fiaccolate o da fiori sulle bare. I distributori di morte colpiscono scientificamente i luoghi di aggregazione per colpire innocenti (non i potenti). Puntano concerti, metropolitane, mercatini per seminare terrore. Stavolta è caduto anche un italiano, un giornalista che inseguiva sogni e che credeva ancora nelle istituzioni europee, viste spesso e volentieri come i censori dei nostri progetti di sviluppo del Paese. Vale la pena, allora, che proprio quelle stesse istituzioni muovano un gesto verso le future generazioni affinchè il sacrificio di Megalizzi non sia perennemente vano.