Sui romani a Milano

romani a milano
romani a milano

Tra le categorie che da queste parti sono ormai parte integrante del tessuto sociale, ce n’è una in particolare sempre più presente e che talvolta fa sorridere: i romani a Milano.

 

Non intendiamo i romani che per vari motivi sono costretti a venire in città per un breve periodo (quelli che, per intenderci, credono che la cosa più bella di Milano sia il treno per Roma). Parliamo in modo esplicito del romano stanziale. Esso ed essa (perché le versioni maschile e femminile variano, ma servirebbe un’intera edizione per spiegare i diversi modi di esprimersi) vivono nella continua esigenza da un lato di ribadire la loro romanità, l’orgogliosa discendenza dalla stirpe imperiale, papale, divina, dall’altro rincorrono la milanesità con esiti, in alcuni casi, piuttosto comici.

Li vedi protestare con il personale della metropolitana per un ritardo, tutto sommato modesto, dovuto a un guasto, sul lavoro sembrano rapiti da una trance agonistica fatta di “efficientismo” (quella particolare malattia che fa produrre slide senza alcun motivo ragionevole), una smania di apparire iper aggiornati, sempre sul pezzo, con un uso smodato (decisamente superiore a quello del milanese imbruttito medio) di improbabili termini inglesi mischiati a qualche espressione in gergo romanesco.

I romani stanziali trovano infine la loro ragione di vita solo quando e se riescono, nella competizione quotidiana, a superare colleghe o colleghi milanesi, a batterli, ad essere promossi al posto loro: per raggiungere questo obiettivo sarebbero in grado di compiere qualsiasi cosa, persino di calpestare una maglia giallorossa numero 10 di Totti (questo forse è impossibile, ma lo scriviamo per aggiungere del pathos).

Prendetela come uno scherzo, suvvia: in fin dei conti romani e milanesi non sono mai stati così simili, a ben vedere (ma, di questo, ne parleremo un’altra volta). Vi assicuriamo che per scrivere questo pezzo nessun romano è stato realmente maltrattato. Al massimo solo osservato con un voluto e bonario eccesso caricaturale.


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