A sedici anni dall’apertura del centro di maternità di Anabah, in Afghanistan, Emergency ha presentato a Milano il rapporto riguardante quella che è stata definita una “rivoluzione silenziosa” di Emergency, attraverso un empowerment femminile.
Un cambio di mentalità in territori in cui, come raccontato dal fondatore Gino Strada in conferenza stampa, «quando abbiamo aperto il centro era impensabile che una donna potesse essere visitata da un uomo e lo stesso avveniva a Kabul dove inizialmente ci fu detto di costruire due stanze divise per curare uomini e donne, cosa che fu alla base di alcune accese discussioni con le autorità locali».
Nel Paese, da oltre quarant’anni dilaniato da una guerra, una donna che decide di avviarsi verso una carriera medica non è per forza la norma e spesso deve passare attraverso le resistenze della parte maschile della famiglia. Proprio la presenza di Emergency ha però aiutato a fare un passo avanti. Il Centro, che offre assistenza ginecologica, ostetrica e neonatale, servizi di pianificazione familiare e contraccezione ed è un polo formativo afgano, è infatti gestito unicamente da donne.
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