Festival della Lentezza, in tre giorni tutto il tempo del mondo

Festival della Lentezza
Festival della Lentezza

Il tempo che aggiusta le cose, per ricostruire e riplasmare ciò si è rotto creando nuove opportunità e un nuovo modo di immaginare la qualità della vita, i rapporti umani, la relazione con l’ambiente, è al centro della quinta edizione del Festival della Lentezza, da venerdì a domenica prossimi, negli splendidi spazi della Reggia di Colorno, in provincia di Parma.

Tre giorni in cui vivere più di 50 eventi, ad ingresso gratuito e senza barriere tra artisti e pubblico, in un luogo di contaminazione sociale e culturale, tra laboratori per grandi e piccoli, libri, spettacoli teatrali, proiezioni di film, concerti, artigianato, tante esperienze a cui partecipare attivamente e gli incontri con persone illustri del mondo della cultura, come lo psicanalista Massimo Recalcati e il giornalista Domenico Iannacone il 14 giugno, il teologo e scrittore Vito Mancuso, il regista Marco Bellocchio e il cantautore Vinicio Capossela il 15 giugno, la scrittrice Michela Murgia e un’intervista speciale a Francesco Guccini domenica 16 giugno.

Ci sarà l’Officina permanente della riparazione, in cui le persone non solo potranno portare ad aggiustare oggetti rotti, come cellulari, computer, elettrodomestici, elementi di arredamento, biciclette e vestiti, ma anche apprendere come rimetterli a posto. Spettacoli e libri con consigli utili sulla necessità di recuperare uno stile di vita slow, e mettere in campo azioni per innescare un cambiamento nei consumi vedranno diversi autori impegnati in incontri con il pubblico.

Tantissimi i laboratori a cui partecipare e dedicati a tutte le età, dalla scrittura alla costruzione di oggetti con materiali di riciclo, dalle esperienze terapeutiche sulla percezione del tempo, alle iniziative dedicate ai giovani per riparare il futuro, ed ogni sera musica, momenti conviviali, concerti. Non mancheranno mostre fotografiche, il mercato degli artigiani e dei produttori di cibi a km zero, degustazioni e il Ristorante della Food Valley con piatti tipici del territorio noto come la Valle del Cibo.


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foto Pierangela Flisi