Dopo l’emergenza, la prima cosa bella

dopo lemergenza
dopo lemergenza

Dover stare a casa è sicuramente una pesante limitazione della libertà. La stragrande maggioranza di noi non ci è abituata: intere generazioni non hanno, per fortuna, vissuto la guerra e la dittatura e non sanno cosa voglia dire.

 

Dopo l’emergenza, il concetto di libertà

Una limitazione necessaria, presa per tutelare il bene supremo, che è la salute della collettività: in una situazione straordinaria le misure devono essere straordinarie. Possiamo però sfruttare questo periodo per riflettere proprio sul concetto di libertà e renderci conto di quanto sia importante.

E non solo, possiamo cominciare a pensare a cosa faremo una volta che supereremo questa drammatica esperienza. Sarà una cosa molto probabilmente graduale, a piccoli passi. Ci sarà una città intera da far ripartire, da riscoprire. Sarà di nuovo tutta nostra. Ma sarà anche una Milano diversa da come l’avevamo lasciata, dovremo imparare a conoscere il cambiamento che c’è stato.

Non sarà facile, non si potrà iniziare da dove avevamo lasciato, questo, in fondo, lo sappiamo. Però possiamo immaginare quale sarà la prima cosa che faremo. Abbracciare degli amici o i nostri cari, che non vediamo da molto tempo ormai. Rendere omaggio ai molti che ci hanno lasciato.

Tornare in piazza Duomo con il naso all’insù per salutare la Madonnina. Fare un semplice aperitivo che ci sembrerà del tutto inedito, una cena, una passeggiata, una corsa finalmente libera e salutare.

Dopo l’emergenza, sarà una festa

Non sarà una festa, ma sarà “la” festa. Una liberazione. Le emozioni saranno contrastanti. Riflettere individualmente potrebbe aiutarci, perché ognuno di noi dovrà vedersela con se stesso, con i propri sentimenti, le proprie angosce e paure. Il “noi” verrà dopo. E non sarà meno importante.

dopo lemergenza
dopo lemergenza