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27. 07. 2024 04:15

Il cavallo di Leonardo sfregiato dai francesi

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1482: nella bottega di Leonardo in Corte Vecchia, l’attuale Palazzo Reale, arrivano strumenti e materiali necessari per la fusione di bozzetti. Ludovico il Moro ha appena chiesto a Leonardo di realizzare la più grande statua equestre del mondo in onore del padre, Francesco. Leonardo si mette subito al lavoro, non prima però di aver studiato da vicino, nelle scuderie ducali, i dettagli anatomici che voleva riprodurre.

L’impresa è davvero ardua, sia per le dimensioni che per la “posa” del cavallo: si deve cogliere l’atto di impennarsi ed abbattersi sul nemico. Altri impegni di Leonardo, le nozze di Anna Maria Sforza e Alfonso I d’Este e la mancanza di aiutanti idonei, dapprima rallentano i lavori ed in seguito contribuiscono al cambio di progetto: la posa del cavallo dà problemi di equilibrio e quindi Leonardo decide di abbandonare quella strada, ma di aumentare le dimensione del cavallo.

Nel 1491 il genio toscano termina il modello in creta e due anni dopo questo viene esposto al pubblico: un cavallo alto 7 metri che avrebbe richiesto 100 tonnellate di bronzo. Bronzo che non è mai arrivato, dato che era stato utilizzato per realizzare dei cannoni. Quando, 5 anni dopo, nel 1499 con Leonardo già lontano da Milano, le truppe francesi entrano nel Castello Sforzesco (non per merito, ma grazie ad un traditore), non sanno far di meglio che usare il grande cavallo di creta come tiro a segno per esercitarsi, mandando in pezzi l’opera del Genio.


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