Rogoredo: andiamo oltre il ponte

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Di Rogoredo si sa tutto, o quasi, del famigerato “boschetto”. Si sa dello spaccio e del viavai di persone con tossicodipendenze, della presenza costante di spacciatori. Si conosce il degrado e per fortuna si tenta quotidianamente di porre rimedio, sia con azioni frequenti delle forze dell’ordine che con il sostegno di associazioni di volontariato e il presidio della Croce Rossa.

Poco si sa, invece, del ponte di Rogoredo, quello che dalla Stazione conduce a San Donato, passando sopra la ferrovia. Sopra e sotto quel ponte accade un po’ di tutto, specie nelle ore notturne. La scalinata che scende giù diventa un passaggio, un luogo di transito verso e dal boschetto, spesso è un posto in cui diverse persone tossicodipendenti sostano, facendo quello che potete immaginare.

Ma soprattutto nelle ore notturne questo comporta un serio rischio per la sicurezza e l’incolumità di quelle persone ma anche per automobilisti e motociclisti. Capita che queste persone camminino ai bordi del cavalcavia o lo attraversino improvvisamente. Finora non c’è stato alcun incidente, per fortuna.

Ma il pericolo che si possa verificare c’è. Vuoi perché di notte la visibilità è scarsa, vuoi perché la presenza di persone sul ponte in determinate situazioni può distrarre. Cosa si può fare? È davvero una domanda senza polemica, ma costruttiva.

Non sappiamo se chiudere quell’accesso al ponte sia la soluzione (anche perché diverse volte si può vedere qualcuno scavalcare il guardail più sotto e attraversare il parco pubblico di via Rogoredo) o se basti intensificare i controlli notturni scoraggiando la presenza di bivacchi sul cavalcavia. Ma un rimedio va trovato, perché quella strada è percorsa da tanti mezzi, anche durante la notte.


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