Via Cadore porta alla luce il vero dramma di Milano

via cadore
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Un agguato in piena mattina, a pochi passi da due scuole, in una strada trafficata e molto viva come via Cadore. Un evento che ha sconvolto un quartiere tranquillo e diventato di tendenza, con locali e attività commerciali piuttosto fiorenti. Un evento che con quel quartiere non c’entra nulla, nella dinamica.

Ma un episodio che c’entra, molto, con il futuro della città. Per non vedere la luna nei mesi passati abbiamo preferito occuparci del dito. Abbiamo passato giorni e ore a discutere e denunciare la situazione del “boschetto della droga” di Rogoredo forse per non pensare alla foresta urbana molto più estesa del consumo e dello spaccio di droga.

Quando si comincia a sparare per questioni relative al controllo dello spaccio, in particolare quello della cocaina (questo sembra emergere dalle prime indagini), significa che c’è un mercato fiorente e che assumere il comando delle operazioni è fondamentale per arricchirsi. Milano è da anni uno dei centri in Italia dove maggiore è il consumo e maggiore è il giro d’affari.

Da anni, però, tendiamo a sottovalutare, quando facciamo narrazione sulla nostra splendida città, l’impatto che su di essa abbia il fenomeno dell’abuso di cocaina. Per non parlare della presenza di organizzazioni criminali che su questo business costruiscono quotidianamente la loro fortuna.

È più facile scandalizzarsi o preoccuparsi di fronte ad alcune droghe che per loro stessa natura spingono al degrado e all’emarginazione, come l’eroina (il cui ritorno, però, deve comunque spingerci a fare qualcosa di più). Più complicato è occuparsi di una droga che è quasi accettata socialmente, nel senso che l’uso non porta all’emarginazione o al decadimento esteriore.

Eppure è una delle più pericolose, per gli effetti devastanti che ha sul nostro corpo e sulla nostra mente. Ma spesso non se ne parla, si fa finta di niente. Bisognerebbe, invece, tornare a occuparci seriamente del tema: per combattere le mafie e i loro sporchi affari. Ma soprattutto per cercare soluzioni, senza farne tema ideologico, al dramma della dipendenza.


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