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04. 05. 2024 02:06

Violenza sulle donne, il nuovo progetto di Alessandra Kustermann: «Dagli incubi si rinasce»

Un’autorità in tema di salute femminile, ex primario di ginecologia della Mangiagalli: «Con Cascina Ri-Nascita diamo loro nuove possibilità»

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Alessandra Kustermann è stata la prima donna primario della Clinica Mangiagalli e la fondatrice del Soccorso Violenza Sessuale e Domestica, primo del suo genere in Italia a nascere dentro un ospedale pubblico. Oggi presiede l’Onlus SVS DAD, che offre accoglienza alle persone che hanno subito violenza e maltrattamento, e guida il progetto Cascina Ri-Nascita (svsdad.it/cascina-ri-nascita): una cascina circondata da 30mila metri quadri di terreno, in zona Corvetto, che offre alle donne in uscita dalla violenza e ai loro figli un luogo sicuro dove ritrovare la serenità.

Alessandra Kustermann presenta il suo nuovo progetto

Perché siamo di fronte a un’escalation vertiginosa della violenza contro le donne?
«La violenza è sempre esistita. C’era più violenza nel medioevo, un aspetto che nei secoli ovviamente si è modificato. Solo la violenza di genere non si è modificata, anzi. Forse il cosiddetto aumento dell’autonomia femminile ha portato alcuni uomini a pensare di dover fermare queste donne che stanno dilagando nel loro mondo».

È un problema degli uomini o della società?
«Secondo me è un attacco molto profondo alla realtà femminile. Non è la singola storia che conta, ma conta il fatto che esiste una connivenza diffusa rispetto al fatto che sia possibile e lecito insultare, umiliare, chiedere a una donna più di quanto si dovrebbe».

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Come si contrasta l’incubo della violenza?
«Mi occupo di incubi quotidianamente, ma bisogna dirlo che dagli incubi si rinasce. Non siamo di fronte a cattivi sogni, bensì ad una realtà che esiste, ma che si può modificare».

Alessandra Kustermann
Alessandra Kustermann

Come?
«Il cambio culturale è fondamentale. È necessario che i genitori dedichino del tempo ai propri figli sin da piccoli, perché da qui passano i cambiamenti culturali».

Quali comportamenti maschili è necessario cambiare?
«Convincere le donne a lasciare il lavoro nel momento in cui nascono i figli, ad esempio. Spesso non è una libera scelta della donna. Insinuare il sospetto che tu saresti meno madre se continuassi a lavorare, esercitando una violenza psicologica che è molto più grave di quella fisica. È un aspetto presente in tutti i maltrattamenti, a volte c’è anche la violenza fisica, ma quella psicologica non manca mai. E soprattutto se le donne hanno dei figli e sono disoccupate da anni, è più difficile lasciare la casa».

Ora che è in pensione si è dedicata a un altro progetto per aiutare le donne vittime di violenza?
«Mi sono lanciata in un’ennesima impresa: Cascina Ri-Nascita, un luogo sicuro per donne con figli, perché sono coloro che hanno più difficoltà a lasciare la casa e l’uomo. Uno dei loro sogni era avere una famiglia che funzionava e questo è uno dei motivi per i quali faticano a comprendere che quello che stanno vivendo non è amore. Vale anche se non hanno avuto figli, ma questi sono un’ulteriore complicazione nel riuscire ad essere di nuovo autonome economicamente».

L’autonomia economica è importante per uscire dalla violenza?
«È chiaro che tutte noi possiamo essere maltrattate – dottoresse, avvocate, giornaliste o casalinghe – ma se hai una professione la tua possibilità di raggiungere un’autonomia è più facile rispetto alle donne che non lavorano. Cascina Ri-Nascita è per loro, il mio vero sogno è dare loro l’autonomia».

Come è strutturato il progetto di Cascina Ri-Nascita?
«Dieci appartamenti per donne con figli e quattro per donne sole. Lo scopo è portarle a camminare di nuovo con le proprie gambe. La parte più importante è il lavoro: sei mesi di formazione e sei di tirocinio pagato, poi un anno di lavoro in cascina».

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