Abitare il futuro: alla scoperta di UpTown

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Immaginate un quartiere all’avanguardia grande come un paese, con un parco urbano di trenta ettari (più o meno come il Parco Sempione) e dieci chilometri di piste ciclabili, car sharing di comunità, micronidi e palestre di condominio, un polo scolastico per un migliaio di studenti, una palestra con istruttore a disposizione gratuitamente il sabato mattina e, ancora, il medico di base.

Futuro immaginario? No, realtà. Quella che, nel dettaglio, sta prendendo forma a Nord-Ovest di Milano, tra il Gallaratese e l’ex area Expo, laddove sorgerà Mind, il distretto dell’innovazione in cui s’insedieranno, tra gli altri, Human Technopole, il nuovo Galeazzi e il campus scientifico della Statale.

Si chiama UpTown (uptown-milano.it) ed è il primo smart district di Milano e d’Italia: progetto griffato EuroMilano, società che da fine anni Ottanta, accanto alla storica attività di immobiliare pura, si è specializzata anche in promozione e sviluppo immobiliare.

La Spa, i cui azionisti sono Intesa Sanpaolo, Corcab Sviluppo, Brioschi Sviluppo Immobiliare e Unipol, si è occupata in passato di altri grandi progetti di riqualificazione: dalla nuova sede del Politecnico in Bovisa al Pru Certosa, dalle cartiere Binda al Villaggio Expo che nel 2015 ospitò le delegazioni di tutti i Paesi partecipanti all’Esposizione universale e che oggi è il più grande intervento di social housing in Italia. In parallelo c’è la sfida UpTown, l’area di residenza libera che sta sorgendo su parte del più vasto settore di Cascina Merlata.

Un progetto unico da tutti punti di vista: intanto perché il grande parco che caratterizza la zona è già completamente realizzato e fruibile e non arriverà solo a costruzioni ultimate, come di norma accade in Italia.

Non si tratterà, poi, di un’elegante, esclusiva e artefatta area residenziale, ma di un quartiere vivo, esempio di uno di quei motori periferici in grado di far crescere l’intera città; luoghi in cui le persone vivono e che le persone fanno vivere, diventando esse stesse protagoniste del concetto di smart, prima ancora della tecnologia che pure abbonda tra edifici a emissioni zero, domotica negli edifici e shuttle elettrici a guida autonoma che percorreranno i viali del distretto.

Questa la sfida principale di UpwTown, che prova ad anticipare i tempi: secondo uno studio dell’Onu, infatti, entro il 2050 oltre il 60% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani. In questo quadro, che ruolo avranno le città del futuro? Con che bisogni e aspettative governi centrali e amministrazioni dovranno confrontarsi? Quale il contributo del Privato nel promuovere crescita e coesione sociale? Si tratta, insomma, di disegnare il futuro nel presente.

Dalle parti di UpTown ci si è portati avanti con un’area che, ancor prima dell’ingresso dei primi residenti, è già viva grazie a iniziative che animano il quartiere in un esperimento di placemaking che vede cooperare EuroMilano e le altre realtà che si occupano di sviluppare la restante parte di Cascina Merlata.

«Non chiamatela periferia»
BORRÉ (EUROMILANO): «Milano è catalizzatrice di positività»

A colloquio con Luigi Borré, presidente di EuroMilano (euromilano.net).

Trentatré anni di attività, un ruolo da progettisti della trasformazione e decine di progetti nel portfolio: è esagerato dire che UpTown sia per voi la sfida più complessa e ambiziosa?
«Nella storia della nostra società ci sono tanti progetti importanti, come il Politecnico alla Bovisa, il Pru Certosa o il Centro di Arese, in cui EuroMilano ha svolto un’attività importante di valorizzazione dell’area e creazione dello strumento urbanistico: UpTown è da un lato il distillato di tre decenni d’esperienza e, dall’altro, un progetto cui io e il nuovo management siamo particolarmente legate perché ci siamo impegnati molto. La particolarità sta nel fatto che il suo valore trascende l’area in cui sorge, ma va a a sviluppare una porzione di Milano in cui si stanno creando delle interconnessioni con Mind e Fiera Milano che rendono questo intervento unico per la città e di valenza europea».

Si parla molto ultimamente di periferie: è la sfida principale nello sviluppo delle città?
«Mi lasci dire che il termine periferia, in una città che aspira a essere metropoli europea, ha un senso limitato, perché ha in sé un principio di ghettizzazione e di marginalità, mentre credo sia importante vedere le proprie diverse porzioni come tanti motori della città e del futuro. Occorre dare a ciascuna area di Milano una propria anima, un’ispirazione, una connotazione per aprire la città e farla respirare. UpTown e il più ampio lembo Nord-Ovest in cui il progetto s’inserisce ha proprio questa funzione».

Più nel dettaglio?
«In quest’area ci sarà un polo residenziale, a regime, di quindicimila persone; dall’altra parte dell’autostrada, strettamente collegata ad UpTown, sorgerà Mind, dove si calcola saranno sessantamila le persone che graviteranno quotidianamente, e poco più in là c’è Fiera Milano, con i suoi numeri importanti e il continuo fermento. Il tutto impreziosito da parchi e aree verdi che puntellano la zona, dove studenti universitari, ricercatori, dipendenti di multinazionali e cittadini saranno costantemente fianco a fianco. Questa non è semplicemente una periferia: è un luogo in cui possono nascere tante idee a beneficio dell’intera città e non solo. Pensare a questo futuro mi entusiasma».

A che punto sono i lavori?
«UpTown consta complessivamente di sei lotti, due dei quali già commercializzati: i 140 appartamenti del primo lotto (R3, South UpTown) vengono consegnati proprio in questi giorni. Per il secondo lotto (R2), in consegna tra circa un anno e mezzo, siamo a oltre l’80% di prevendite. Proseguiremo poi con gli altri lotti per un totale di 2.500-2.700 abitazioni entro il 2026».

Un progetto del genere in Italia è possibile, secondo lei, solo a Milano?
«Ogni progetto, proprio come un individuo, ha caratteristiche simili ma peculiarità uniche: penso che progetti identici non si possano replicare, mentre adottare un medesimo approccio anche in aree diverse è possibilissimo. Occorre sempre fare una riflessione sugli oggetti che si hanno di fronte quando si approccia uno sviluppo immobiliare, capirne l’identità e poi agire».

Quale, allora, la specificità meneghina che crea terreno fertile per iniziative di questo tipo?
«Nessuno può mettere in discussione il fatto che Milano in questi ultimi anni abbia svolto una funzione molto particolare, alimentata in qualche modo anche dalle difficoltà del resto d’Italia, catalizzando la positività verso il futuro a fronte di un generale clima di negatività. Tutto ciò si percepisce vivendo in città e sono fiducioso che ciò possa fungere da traino anche per altre realtà nel nostro Paese. L’importante è sostenere questa fase senza strafare».

Ovvero?
«Credo che una delle responsabilità di chi oggi partecipa a questa fase positiva milanese sia fare un passo indietro e non anteporre sempre il proprio interesse individuale o della propria istituzione/società rispetto al quello collettivo: se si riesce a fare questo, costruendo in modo solido – non parlo di edifici, ma di città, di socialità – sono convinto che la fase possa proseguire a lungo e diffondersi anche in altre città».

I NUMERI

900.000,
I metri quadri dell’area complessiva del progetto

2.500 – 2.700,
Le residenze pronte entro il 2026

30,
Gli ettari di estensione di UpTown Park

3.500,
Gli alberi piantumati

10,
I chilometri di piste ciclabili, percorsi running, skate park, campi da volley, basket e bocce

1.000,
Gli alunni che frequenteranno il centro scolastico del quartiere (micronido, nido, elementari e medie)

A misura di Fido
Sono tante le eccellenze di UpTown: dalla sostenibilità alla sicurezza, dalla salute allo sport, passando per i vari servizi offerti, tra cui sportello unico per il lavoro, drop off, market di prodotti agricoli a km0 e ciclofficina. La chicca? Il fatto di essere un distretto anche a misura di quattrozampe. UpTown è stato pensato per essere davvero pet friendly: dal grande parco attrezzato ai bar ed esercizi commerciali pet welcome, fino alle residenze, progettate per accogliere gli amici animali con ampi spazi interni, in dotazione, attrezzature e servizi dedicati a cani e gatti. In futuro sarà operativo anche un ambulatorio veterinario. Non mancano, infine, eventi a misura di cane. Tutte le informazioni su uptown-milano.it/pet-smart-district o chiamando il numero 02.45.43.55.00.


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