Un presidio davanti alla sede della Rai di Milano per dire “stop al genocidio in Palestina” e protestare contro la tv pubblica e la presa di posizione del suo amministratore delegato dopo l’appello lanciato da Ghali sul palco del Festival di Sanremo. Centinaia di persone si sono radunate nel pomeriggio di oggi, 14 febbraio, in corso Sempione per sostenere l’iniziativa organizzata dai giovani palestinesi di Milano e dal centro sociale Cantiere.
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Presidio davanti alla sede Rai di Milano: «Israele Stato genocida»
Per gli attivisti, il comunicato dell’ad Rai Roberto Sergio è «servile e negazionista, ribadisce la vicinanza a uno Stato genocida che in queste ore ha deciso di bombardare Rafah, dove più di un milione di persone è stato costretto a rifugiarsi scappando dalle bombe e dalla fame imposta da Israele. E proprio dopo aver detto che a Sanremo si fa solo musica, per difendere l’oppressore si esprime solidarietà a Israele e si silenzia il genocidio del popolo palestinese».
Presidio davanti alla sede Rai di Milano, applausi per Ghali
La manifestazione, molto partecipata, è iniziata alle 18.00 in corso Sempione dove l’ingresso della Rai è vigilato dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno urlato slogan contro i giornalisti e i media ed esposto cartelli con la scritta “genocidio” e “CensuRai”. Acclamato anche Ghali, applaudito dai manifestanti. «Le proteste sotto le sedi televisive sono la risposta alle miserabili dichiarazioni dell’amministratore della Rai a favore di Israele e conseguentemente della strage di circa 30.000 donne, uomini, bambine e bambini – si legge in una nota del centro sociale Vittoria -. Queste proteste sono sempre più necessarie per la faziosità filo-sionista dell’informazione di regime di giornali e televisioni, nel raccontare la tragedia in atto».